La vacca sacra in India: origini e simbologia del culto
Tra i vari animali sacri all’induismo, la posizione di massimo rilievo spetta alla vacca sacra. Per l’induismo i bovini sono sacri, e in special modo lo è la vacca che rimanda alla fertilità e all’abbondanza, e simboleggia la generosità della terra. Le vacche possono aggirarsi indisturbate nel soffocato traffico indiano, perfino nelle grandi città, circondate da un atteggiamento rispettoso e non troverete mai un autista che si arrabbi perché costretto a fermarsi o a complicate manovre perché una mucca è sdraiata sulla sua corsia.
La madre mucca “Gau mata”
Nell’induismo la mucca è venerata come Gau mata o “madre mucca”, la vacca è adorata, decorata durante le feste, portata in processione. Vi è anche un giornale che si chiama Indian Cow e c’è anche un trust con lo scopo di “diffondere e promuovere l’amore per le vacche” ( www.love4cow.com ), addirittura una organizzazione indù ha lanciato cosmetici utilizzando l’urina di mucca e sterco.
La maggior parte degli stati membri dell’India vieta la macellazione delle mucche, e questo divieto è stato spesso criticato da molti, perché la carne bovina è più conveniente del pollo e del pesce ed è un punto fermo per le comunità più povere musulmane, tribali e dalit (intoccabili) … senza dimenticare le numerose persone che ancora adesso hanno una alimentazione insufficiente che potrebbero in parte essere sopperita con carni proveniente dalla macellazione delle mucche. Episodi che raccontano di famiglie perseguitate fino anche ad essere uccise perché sorprese o solo sospettate di aver consumato carne di nascosto sono frequenti e la campagna contro la macellazione bovina è un tema caldo ad ogni tornata elettorale. In alcune aree dove il tema è molto caldo sono sorti addirittura corpi di protezione sorta di vigilantes che pattugliano le strade. Ci sono campagne in corso che chiedono che la mucca sostituisca la tigre come animale nazionale, ci sono sondaggi, movimenti di pensiero.
Certamente come per molte altre questioni, in India l’argomento della mucca è diventato un tema politico.
Ma perché gli indiani amano le mucche così tanto?
Vi sono ragioni storiche, religiose e culturali. Innanzi tutto la mucca è una bella cosa anche nella idea e nel pensiero occidentale. I suoi occhi grandi, la sua calma, la sua pelle opaca tinta in una tavolozza che va dal bianco sporco al grigio attraverso beige e marrone, la sua silhouette pittorica con la sua caratteristica gobba, la rendono la più evoluta degli animali. Piccola parentesi le mucche in India sono in realtà degli zebù con la caratteristica gobba che porta sul dorso appena dietro al collo, anche se nel corso degli ultimi decenni sono state fatte arrivare delle mucche europee perché garantivano una produzione di latte maggiore, ma la maggioranza sono zebù con la caratteristica gobba, la giogaia, le grandi orecchie e anche con le corna spesso.
Nel Bhagavad Gita la mucca cosmica è Kamadhenu, la “vacca che realizza i desideri”, nata secondo la leggenda durante il frullamento dell’oceano di latte al quale parteciparono le divinità deva e i demoni asura. Nell’archetipo celestiale la vacca è adorata da un personaggio regale. Sul corpo dell’animale è raffigurato il mondo divino dove trovano spazio tutte le divinità: il sole e la luna sono i suoi occhi, il corpo è abitato dalle divinità, saggi, veggenti e sulle zampe si vedono le principali catene montuose. A piedi vi è accovacciato un vitello che allude alla virtù dell’amore, il sentimento materno, fatto di tenerezza e protezione che è chiamato vatsalya da vasta “vitello”.
Spesso la mucca cosmica è sovrastata da tre busti o raffigurazioni delle tre somme divinità maschili: Brahma, Vishnu e Shiva con le tipiche caratteristiche iconografiche che le contraddistinguono.
Origini culto vacca sacra
Ricerche archeologiche hanno mostrato l’esistenza del culto del toro presso la civiltà Harappa (3000-1700 a.C.) e il culto della mucca allora meno diffuso crebbe molto in età vedica, ma comunque non vedevano la mucca come un animale sacro e gli antichi indù mangiavano la carne bovina.
Nei secoli il bestiame e la sua sacralità accrescono in quanto di vitale importanza per l’economica. Nel tempo si associa la figura della vacca con il rituale religioso o addirittura con lo stesso sacerdote brahmano che officiava la cerimonia, prodotti quale latte e burro chiarificato sono ancora indispensabili nel culto, e l’animale viene considerato il dono più appropriato da offrire in forma di ricompensa e omaggio daksina per l’opera prestata dal sacerdote.
Ben presto la vacca identifica il sacerdote brahmano, e se l’uccisione di un brahmano è considerato il crimine più grave, così pure l’uccisione o la macellazione di una mucca viene intesa come un atto gravissimo. Il primo divieto per la macellazione appare verso il 1527, durante il regno di Mughal Zahir ud-din Muhammad Babur, che lo ha instaurato perché pensava che il divieto gli avrebbe fatto vincere la buona volontà tra gli indù; anche se alcuni re indù non rispettavano il divieto.
Poi durante la dominazione inglese la macellazione delle carne bovina divenne nuovamente un problema, e di seguito lo stesso mahatma Gandhi si fece portatore del “Gauraksha” (protezione della mucca) e ha propagato l’idea di vietare la macellazione delle mucche.
Così se all’inizio gli induisti macellavano le vacche e ne mangiavano carne, con il tempo si radicò l’idea e il principio di non abbattere più i bovini, perché era più produttivo una vacca viva piuttosto che morta.
Oltre a ciò si aggiungono altri elementi che concorrono ad elevare la figura della vacca a sacro animale per eccellenza quali la non violenza ahimsa, il vegetarianismo, e l’amore materno in parallelo al sentimento e atteggiamento che la vacca ha per il suo vitello nella fase di crescita.
Dalla combinazione di questi elementi è maturata nel corso dei secoli la profonda devozione e rispetto che la vacca in India ha.
Ora come in passato è diffusa la credenza che tutto ciò che proviene dalla vacca è sacro, compresi l’urina e lo sterco. Nelle zone rurali una mistura di sterco e acqua è passata sui pavimenti come insetticida e disinfettante, lo sterco di mucca è raccolto in piccoli pani circolari essiccato ed utilizzato come combustibile; all’urina sono attribuite virtù mediche e viene data da bere alle puerpere. Alcuni rituali di purificazione includono il bagnarsi con urina di mucca e, secondo il rituale indù il mezzo più efficace di purificazione è l’assunzione del panchagavya “le cinque mucche” che contiene i cinque prodotti puri che la vacca fornisce: latte, burro chiarificato ghi, cagliata una sorta di yogurt, sterco e urina di mucca.
Trackbacks & Pingbacks
[…] [via] CategoriaAnimali TagAnimale India Induismo Mucca Sacro PERCHÈ DOPO MANGIATO sentiamo FREDDO? […]
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!