Mango frutto nazionale dell’India simbolo di saggezza e prosperità
Chiamato affettuosamente King of Fruits, parlaimo del mango frutto nazionale dell’India. La sua fragranza dolce e il sapore delizioso ha conquistato il cuore di indiani e di molte altre persone in tutto il mondo. I manghi rimangono uno dei frutti tropicali più coltivati al mondo. Come frutto nazionale dell’India rappresenta prosperità, abbondanza e ricchezza nell’immaginario del paese.
Si dice che gli dei nella loro infinita saggezza pesassero la terribile estate indiana con un mucchio di manghi e che trovassero anche l’equilibrio. Più calda l’estate, più dolce sono i manghi !!! Mentre il mercurio sale, è tempo di festeggiare la stagione con un mango – il re dei frutti, con storie e opere d’arte!
La storia e tradizione dell’India e dei manghi è molto antica. Si dice che il Mango (mangifera indica) sia stato coltivato per la prima volta in India 4.000 anni fa e oggi il paese produce la metà del fabbisogno mondiale di mango, sebbene la maggior parte sia consumata sul mercato interno.
“He visits my town once a year.
He fills my mouth with kisses and nectar.
I spend all my money on him
Who, girl, your man?No, a mango.”
Amir Khusrau
“Lui visita la mia città una volta all’anno.
Mi riempie la bocca di baci e nettare.
Spendo tutti i miei soldi su di lui
Chi, ragazza, il tuo uomo?No, un mango.”
di Amir Khusrau
La leggenda delle origini dell’albero del mango
Il mango è noto per simboleggiare l’amore eterno, la ricchezza e la fertilità. In un’antica storia vedica si presenta come un marchio di vero amore.
C’era una volta, il re della Terra che si innamorò di Surya Bai, la figlia di Surya, il Dio Sole. Ma una maga gelosa ingannò Surya Bai, gettandola in un serbatoio d’acqua. Nel punto in cui si credeva che la giovane principessa fosse annegata, crebbe un fiore di loto, che catturò la fantasia del re depresso. Disturbato da ciò, la maga tirò fuori il fiore e lo bruciò fino ridurlo in cenere! Da queste ceneri crebbe un enorme albero con foglie verde scuro, che portava frutti d’oro (i manghi) che portavano lo splendore della principessa. Era uno spettacolo da vedere e persone da vicino e da lontano venivano a vederlo! Quando uno dei frutti maturò e cadde sulla terra, si trasformò immediatamente nella stessa Principessa Surya Bai. Il re la riconobbe e si sposarono.
Mango, breve storia del frutto nazionale
Si dice spesso che le colline dell’India nord-orientale confinanti con il Myanmar siano probabilmente il centro di origine del mango. Questo ricco e delizioso frutto polposo che ha catturato la fantasia di Alessandro Magno, si ritiene abbia portato i frutti fino alla Grecia dalla corte di Porus.
Nell’antica India, secondo il viaggiatore cinese HiuenTsang, i Mauryan piantarono alberi di mango lungo i bordi delle strade come simbolo di prosperità. E con Hiuen Tsang, il mango ha viaggiato per la prima volta in Cina!
Mentre Babur trovava il mango sopravvalutato, il frutto trovò la sua strada nei cuori dei altri reali Mughal. Akbar stabilì il punto di riferimento, piantando 1.000.000 di mango vicino a Darbhanga, nel Bihar. Ma è Jahangir che ha portato l’amore per i manghi ad un altro livello.
“Nonostante la dolcezza dei frutti di Kabul, nessuno di loro ha, per i miei gusti, il sapore del mango.”
Jahangir
Non ci volle molto perché i cuochi Mughal elaborassero le ricette di dolci con il mango, per guadagnare i favori di Jahangir. Anche Nur Jahan non si fece scappare l’occasione. Per Jahangir, ha creato i vini migliori, mescolando mango e rose!
Il mecenatismo di Mughal in orticoltura portò a migliaia di varietà di mango innestati, tra cui il famoso Totapuri, che fu la prima varietà ad essere esportata in Persia e in altri Regni. Questo elenco dovrebbe includere anche il Rataul, innestato da Kareemuddin nel 1874 e il più costoso di tutti, Kesar, che fu coltivato per la prima volta dal Nawab di Junagarh nel 1931.
Non c’è da meravigliarsi se le migliori varietà di mango portano nomi come Jahangir e Himayun-ud-Din. Anche Bahadur Shah Zafar aveva un giardino di mango conosciuto come Hayat Bakhsh nei giardini del Forte Rosso in cui venivano coltivate alcune delle varietà più deliziose e succose.
L’amore di Shah Jahan per i manghi non conosceva limiti arrivando a stabilire un sistema di servizio corriere dalle coste di Mazgaon a Delhi, solo per poter avere il suo frutto preferito! Ma il mango fu anche usato come strumento per la diplomazia da Aurangzeb. Poco dopo essersi proclamato Imperatore, Aurangzeb voleva placare Shah Abbas, re di Persia, e mandò un astuto messaggero Tarbiyat Khan con doni costosi, e fece accordi speciali per assicurare che manghi freschi fossero disponibili a Isfahan quando Tarbiyat Khan arrivò lì, così che potesse presentarli e consegnarli allo Scià. D’altra parte, suo fratello Dara Shikoh è diventato un esperto orticoltore, scrivendo in dettaglio sui manghi e sul loro innesto nel suo libro “Nuskha Dar Fanni Falahat”
Ma non erano solo i Moghul amanti del mango! Sotto i Nizam ogni varietà di mango coltivata aveva una propria elaborata cerimonia di denominazione.
Mentre gli indiani eravamo impegnati a assaporare i manghi, il Portogallo lo considerava un’opportunità per il commercio.
Nel XVI secolo, i coloni portoghesi dell’India portarono il mango in Africa, in Brasile e in altre parti del mondo! In realtà, il nome inglese del frutto deriva dal portoghese manga, che a sua volta è stato preso in prestito dalla parola tamil dell’India meridionale (m)aam-kay che in seguito divenne mangay. Hanno introdotto l’innesto sugli alberi di mango per produrre nuove varietà. Uno di questi è l’Alfonso, una sorta di ossessione nazionale anche oggi.
L’Alfonso prende il nome da Afonso-De-Albuqurque, un esperto militare portoghese che contribuì a stabilire la colonia … e anche la varietà di mango.
In tutti questi secoli la bontà del mango è stata celebrata da scrittori e pittori che hanno riprodotto il frutto usato come metafora di bellezza, amore, ricchezza e saggezza. Esistono in India numerosi quadri e pitture che riproducono il mango e i suoi frutti, nella stessa maniera ci sono molti scritti, poesia e letteratura che celebra questo frutto.
Il mango un frutto sacro simbolo di saggezza
Il mango frutto nazionale dell’India ha un’importanza sacra per l’induismo dove è spesso usato in una varietà di rituali. I fiori di mango sono parte integrante del culto di Saraswati. Le foglie di mango sono considerate di buon auspicio e cinque foglie di mango unite insieme sono un componente obbligatorio dei rituali indù. Durante le feste, si possono avvistare foglie di mango che decorano le porte di molte case. Anche per i buddisti il mango ha molti significati perché i boschetti di mango erano la zona di meditazione preferita dal Buddha. I monaci spesso portavano manghi in lunghe spedizioni, rendendo popolare il frutto.
Fin dai tempi antichi, il mango hanno ottenuto una posizione speciale in India. Il frutto è di sapore celeste e viene definito “cibo degli Dei“. È una fonte di celebrazione tra persone di ogni estrazione sociale. Un mango perfettamente maturo simboleggia la realizzazione e la prosperità. I manghi sono anche rappresentativi del dono del paese al mondo.
Simbolicamente il mango è anche un simbolo di saggezza. Un testo vedico racconta la storia popolare di come il mango sia diventato un pomo della discordia tra il dio Ganesha e suo fratello dio Kartik. In una competizione tra i due fratelli, il primo a finire il giro del mondo per tre volte sarebbe stato premiato con un mango benedetto appositamente da un saggio. Mentre Kartik sfrecciava sul suo Pavone, Ganesh girò tranquillamente attorno ai suoi genitori, definendoli come il suo mondo. Fin dalla vittoria saggia di Ganesha, il mango divenne noto come il frutto della Saggezza.
Il mango nella cucina indiana
Il largo consumo di mango frutto nazionale dell’India, si manifesta nei numerosi usi che presenta in cucina, dalle salse chutney, sottaceti, fino ai dolci, come condimento nelle zuppe, stufati, per insaporire piatti dalle lenticchie dhal al riso byriani, al curry , ma anche come semplice frutto. Per questo motivo si può mangiare mango durante tutta la giornata dalla colazione, passando per il pranzo la cena fino al dessert.
Molto consumati sono anche i succhi di mango e soprattutto un must dell’India è il mango lassi. Il lassi è una bevanda rinfrescante a base di yogurt che può essere insaporito con la frutta. Gli ingredienti e la preparazione del mango lassi sono molto semplici e potete provare anche voi a casa.
Ingredienti
1 tazza di yogurt bianco
1/2 tazza di latte
1 tazza di polpa di mango molto maturo tritato
3-4 cucchiaini di miele o zucchero (più o meno a piacere)
cardamomo, noce moscata, zafferano (opzionale)
ghiaccio (opzionale)
Come si prepara
Si frulla la polpa di mango per ridurlo in poltiglia quindi si aggiunge il latte, lo zucchero e lo yogurt e si continua a frullare fin quando tutti gli ingredienti non sono ben amalgamati. Alla fine si possono aggiungere alcune spezie come il cardamomo o la noce moscata in quantità a piacere e mescolare assieme.
L’ideale è servirlo cremoso e freddo. In India sovente si aggiunge del ghiaccio perchè si mantenga fresco.
Alla fine il mango lassi può essere guarnito con mandorle, pistacchi tritati aggiunti sopra, che ne fanno una bevanda deliziosamente rinfrescante.
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