Viaggio in Bhutan – Guida alla scoperta del piccolo regno himalayano
Il Bhutan che la sua popolazione chiama Druk Yul, “Regno del Drago Tonante”, ha da qualche anno attirato l’attenzione di un numero crescente di viaggiatori che desiderano visitare il piccolo regno himalayano. Sebbene conosciuti come Bhutan nel mondo esterno, gli stessi bhutanesi si riferiscono al loro paese come Druk Yul la “Terra del Drago Tonante” dove “Druk” significa “Drago”, estensione dalla scuola predominante Drukpa del buddismo tibetano.
Secoli in una sorta di isolamento volontario, lontano dal resto del mondo, relazioni limitate con i vicini e infrastrutture non sviluppate hanno reso il Bhutan il paese più misterioso dell’Asia. Il piccolo stato himalayano confina a sud con le giungle tropicali dell’India e a nord con gli aridi altopiani del Tibet nell’Himalaya orientale.
Parliamo di una regione grande quanto la Svizzera, un piccolo stato himalayano depositario di una religione e cultura minoritaria minacciata. Un’ambiente incontaminato di montagna, con paesaggi e architettura maestosi, una popolazione ospitale e affascinante con il loro stile di vita profondamente buddhista.
Breve storia del Bhutan
Il nome Bhutan sembra derivare dal sanscrito “Bhotant” che significa “la fine del Tibet” o da “Bhu-uttan“che significa “alta terre”.
La storia documentata del Bhutan inizia nel 747 d.C. quando Guru Padmasambhava, popolarmente noto come Guru Rimpoché, venne dal Tibet e diffuse la fede buddista in tutto il Bhutan. È la figura più importante della storia del paese e si dice che abbia avuto poteri miracolosi. La leggenda vuole che Guru Padsambhava fece il suo leggendario viaggio dal Tibet attraverso le montagne volando sulla schiena di una tigre. Arrivò nella valle del Paro a Taktsang Lhakhang, noto anche come Tiger’s Nest “nido della tigre”. Guru Rinpoche non è solo riconosciuto come il fondatore della scuola religiosa Nyingmapa, ma è anche considerato il secondo Buddha.
Nei secoli successivi molti maestri hanno conservato i suoi insegnamenti e la sua saggezza in “termas” (tesori nascosti) che saranno trovati in seguito da seguaci illuminati noti come “terton“. Pema Lingpa è stato il più famoso terton che trovò testi che descrivevano in dettaglio le danze religiose e l’arte del Guru Rimpoche che ora fanno parte del patrimonio vivente del Bhutan.
Numerosi clan e famiglie governarono su pezzi di Bhutan e litigarono tra loro e con il Tibet fino al XVI secolo quando Ngawang Namgyal si affermò come il sovrano religioso del paese. Unificò il Bhutan, poi chiamato “Druk Yul”, o Terra del Drago e codificò un vasto sistema di leggi e costruì una catena di Dzong che sorvegliavano ogni valle durante periodi instabili e che ora fungono da centri religiosi e amministrativi della regione.
L’amministrazione politica da lui fondata è durata fino al XX secolo. La sua morte nel 1705 fu seguita da 200 anni di combattimenti politici e guerre civili e i governatori regionali divennero sempre più potenti
Nei due secoli successivi scoppiarono ininterrottamente guerre civili e i governatori regionali divennero sempre più potenti. Alla fine del XIX secolo, il governatore di Trongsa ebbe la meglio su tutti i suoi rivali e subito dopo si fece riconoscere come il leader generale del Bhutan. Il governatore di Trongsa, Ugyen Wangchuck, fu eletto primo re del Bhutan nel 1907 da un’assemblea di rappresentanti della comunità monastica, funzionari pubblici e persone. Iniziò così la dinastia Wangchuk che governa fino ad oggi, il paese ha ora il sistema di monarchia costituzionale.
Nel 1947, l’India ottenne la sua indipendenza dal dominio britannico e riconobbe il Bhutan come paese sovrano. Quando la Cina prese il controllo del Tibet, la politica di totale isolamento del Bhutan fu messa in discussione prima che il paese fosse ufficialmente ammesso alle Nazioni Unite nel 1971.
Il re Jigme Singye Wangchuk, salì al trono nel 1974 e i media internazionali furono ammessi nel paese per la prima volta, da allora i visitatori sono rimasti ammaliati e affascinati da questa terra. Nel 2006 il re ha abdicato a favore del figlio Jigme Khesar Namgyal Wangchuk l’attutale re anche chiamato Druk Gyalpo letteralmente “Re Drago”.
Geografia del Bhutan
Il Regno del Bhutan è una delle regioni meno conosciute dell’Himalaya, regno di monaci buddhisti, dzong e passi himalayani.
Il paesaggio è costellato di piccoli villaggi e sparsi qua e là numerosi Dzong (grandi fortezze), Chorten (noti come stupa), Lhakhang (semplici templi) e Goemba (piccoli monasteri). Ogni monastero o dzong ospita l’annuale festival buddhista Tsechu, che istruisce gli spettatori sugli insegnamenti buddisti, guadagna loro il merito e funge da importante occasione sociale. Un’occasione in cui divinità e demoni, irati e benigni, appaiono in un tripudio di colori brillanti mentre ballano in onore di Guru Rinpoche.
Il cuore del Bhutan centrale sono ampie valli ai piedi dell’Himalaya. La loro incredibile bellezza naturale caratterizzata da quieti vallate verdi coltivate a risaie tra grandi foreste di abeti, pini e rododendri. Questa è la più grande regione fisiografica del Bhutan e si trova tra ampie vallate e colline boscose da 1.100 a 3.000 metri di altitudine. Tutte le principali città del Bhutan sono situate in questa zona come Paro, Thimphu, Punakha, nel Bhutan occidentale, Trongsa e Bumthang nel Bhutan centrale e Mongar, Trashigang nel Bhutan orientale.
Alle sue spalle si estende il grande Himalaya dal Chomolhari (7.314 m) a ovest verso Kulha Gangri (7.554 m) vicino al punto centrale del confine settentrionale tra Tibet e Bhutan, questa regione è praticamente una zona di neve selvaggia dove quasi il 20% della terra è ricoperta da neve perenne. Questa zona è rappresentata da prati alpini e da alte vette perennemente innevate della catena montuosa dell’Himalaya.
A sud del paese si trova una zona che occupa la maggior parte meridionale del paese. Le pianure nel sud del paese fanno parte della regione conosciuta come Terai, che si estende dal Kashmir indiano attraversa il Nepal fino al Bhutan. L’elevata piovosità ha prodotto una vegetazione lussureggiante, in particolare foreste tropicali ricche di fauna selvatica.
FIL o Felicità Interna Lorda
L’espressione “Felicità Interna Lorda” fu coniata per la prima volta dal 4° re del Bhutan, re Jigme Singye Wangchuck, nel 1972, quando dichiarò:
“La felicità nazionale lorda è più importante del prodotto interno lordo.“
Il concetto implica che lo sviluppo sostenibile dovrebbe adottare un approccio olistico nei confronti delle nozioni di progresso e dare uguale importanza agli aspetti non economici del benessere. Il benessere della popolazione non deve passare attraverso una crescita economica attraverso il più noto PIL (Prodotto Interno Lordo), ma deve preoccuparsi principalmente dell’essere umano e del suo ambiente.
Da allora l’idea di FIL o Felicità Interna Lorda, ha influenzato la politica economica e sociale del Bhutan e catturato l’immaginazione degli altri paesi ben oltre i suoi confini. Il Bhutan ha cercato di creare uno strumento di misurazione utile per l’elaborazione delle politiche e creare incentivi politici per il governo, le ONG e le imprese del Bhutan. La Felicità Interna Lorda, comprende sia le aree tradizionali di interesse socio-economico come gli standard di vita, la salute e l’istruzione sia gli aspetti meno tradizionali della cultura e del benessere psicologico. È un riflesso olistico del benessere generale della popolazione bhutanese piuttosto che una classifica psicologica soggettiva della sola “felicità”.
Salvaguardare l’identità e le limitazioni viaggio in Bhutan
Pur non essendo un paese ricco, per salvaguardare la propria identità, a livello turistico le autorità bhutanesi pongono al viaggiatore limitazioni, imposizioni e alti costi di viaggio in Bhutan. Tranne che per alcune rare eccezioni si visita il Bhutan solo in gruppi scortati da guida e autista con pacchetti viaggio organizzati esclusivamente da agenzie bhutanesi che comprendono tutto: pernottamento, tutti i pasti, guide, ingressi, visto, ecc. … con un costo di circa 200 dollari al giorno.
Di fatto non si può viaggiare in Bhutan da soli o nella classica soluzione di viaggiatori con zaino e sacco a pelo.
Come per il FIL, il turismo in Bhutan è fondato sul principio della sostenibilità, il che significa che il turismo deve essere rispettoso dell’ambiente ed ecologico, socialmente e culturalmente accettabile ed economicamente sostenibile. Il numero di turisti che visitano il Bhutan è regolamentato al fine di ridurre al minimo i problemi, il numero di turisti è stato mantenuto a un livello gestibile e questo controllo sul numero è esercitato attraverso una politica di tariffa turistica regolamentata dal governo centrale.
Come scritto per un viaggio in Bhutan serve un visto turistico d’ingresso, una procedura molto semplice che verrà rilasciato dall’agenzia locale bhutanese che organizzerà il viaggio.
Non ci sono voli diretti dall’Italia e dall’Europa per il Bhutan. In aereo si arriva in Bhutan dal Nepal da Kathmandu o dall’India da Delhi o Kolkata con un volo diretto di 1-2 ore che vi porterà fino a Paro sede dell’aeroporto internazionale del Bhutan. L’ingresso via aereo rimane la soluzione più rapida e consigliata. L’ingresso via terra è consentito solo in alcune località di confine, ma è una procedura lenta, costosa e per questo non consigliata.
Per queste ragioni il soggiorno o viaggio in Bhutan è spesso combinato con il Nepal o con l’India. In entrambi i casi se si è interessati al solo viaggio in Bhutan si può limitare al minimo la sosta in India e Nepal, per procedere direttamente e nel minor tempo possibile per il Bhutan.
Noi sul nostro sito proponiamo due itinerari per scoprire il solo Bhutan:
- Viaggio in Bhutan – Regno himalayano della felicità di 6 giorni/5 notti
- Viaggio in Bhutan – Il regno del Drago Tonante di 10 giorni/9 notti
Sono solo due esempi di itinerari uno più breve e uno più lungo per scoprire il Bhutan. Poi sulla base della vostra disponibilità, interessi e priorità possiamo personalizzare e creare un viaggio su misura per voi anche includendo Nepal, India. Per info e altro scrivete a info@indianepalviaggi.it
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