Bhutan – Il monastero di Taktsang Palphug o “Tana della tigre”
Il monastero di Taktsang Palphug più famoso come Paro Taktsang è un complesso di templi buddisti che si aggrappa su una scogliera, a 3.120 metri sopra il livello del mare sul lato dell’alta valle di Paro nel Bhutan, un remoto regno di montagna situato nell’Himalaya tra la Cina e l’India.
Icona del Bhutan, il monastero di Taktsang Palphug è forse la destinazione più famosa e visitata nel “Regno del Drago Tonante“. Visitare il monastero di Paro Taktsang è un’esperienza indimenticabile grazie anche alla sua posizione unica e ai panorami delle maestose montagne circostanti. La principale peculiarità del monastero è la sua posizione isolata e remota che lo rende straordinariamente bello e unico, ma crea anche difficoltà tecniche di accesso. Se lo si guarda in lontananza dalla valle di Paro, sembra quasi impossibile raggiungere il monastero.
Storia del monastero di Taktsang Palphug
Le origini del Taktsang Palphug sono avvolte nel mistero, proprio come appare il monastero avvolto dalla nebbie delle montagne.
La storia ci documenta che Guru Padma Sambhava, popolarmente noto come Guru Rimpoché, venne dal Tibet e diffuse la fede buddista in tutto il Bhutan. La leggenda vuole che Guru Padmsambhava fece il suo leggendario viaggio dal Tibet attraverso le montagne volando sulla schiena di una tigre e arrivato nella valle di Paro, si fermo proprio qui dove ora sorge il tempio, da qui il nome taktsang che significa “tana della tigre” in tibetano. Qui in una delle tredici caverne meditò esattamente per tre anni, tre mesi, tre settimane, tre giorni e tre ore prima di reprimere alcuni demoni fastidiosi nella valle sottostante.
Gli storici ritengono che lo storico Padma Sambhava visse nell’VIII secolo d.C. e che fosse un membro di una famiglia bramina, o casta superiore, originario del Pakistan della nella valle dello Swat. Iniziò a praticare il buddismo tantrico da giovane e trascorse la sua vita portando il buddismo nella regione dell’Himalaya.
Dopo Padma Sambhava, la località divenne un luogo di meditazione per molte importanti figure buddiste tibetane nei secoli successivi, ma fu solo alla fine del XVII secolo che fu costruito il tempio.
Nel 1692 GyalseTenzin Rabgye visitò il sito e costruì un tempio in onore di Padma Sambhava. Tenzin Rabgye fu il quarto sovrano bhutanese che governò dal 1680 al 1694, e si ritiene fosse la reincarnazione di Padma Sambhava.
Architettura
L’aspetto architettonico raffinato del monastero è modellato nelle migliori tradizioni buddiste. Il complesso del tempio di Paro Taktsang è composto da 4 templi principali e una serie di 9 grotte. Gli edifici sono collegati da una rete di strette passerelle di pietra e alcuni ponti traballanti, con le grotte accessibili dietro agli edifici del tempio.
Il complesso costruito in pietra e fango, presenta pareti esterne bianche, tetti a tegole rosse e tetti dorati. Quasi ogni singolo edificio del complesso monastico ha un balcone con una vista mozzafiato sulla valle circostante.
Gli interni del tempio colpiscono per la lussuosa bellezza con la cupola placcata in oro e luci tremolanti che illuminano idoli dorati. Si trovano diversi lhakhang o templi dedicati a differenti divinità con oggetti sacri, dipinti, statue che ripercorrono la storia del buddhismo in Bhutan. Nella sala dei Mille Buddha, che è scolpita nella roccia, si trova una grande statua di una grande tigre. La tigre è rispettata come simbolo del monastero di Taktsang Palphug.
Nel cortile c’è una grande ruota di preghiera, che i monaci girano ogni mattina alle 4 per segnare l’inizio di un nuovo giorno. I buddisti tibetani credono che girare una ruota di preghiera sia simile a recitare preghiere oralmente.
Ci sono nove grotte nel monastero, quattro di queste sono relativamente facili da accedere. La caverna in cui si ritiene che Padmasmabhava sia entrato per primo a dorso della tigre è nota come grotta Tholu Phug e quella in cui medita è conosciuta come Pel Phug. I monaci del monastero dovrebbero vivere e meditare in queste grotte per 3 anni, e raramente visitano l’adiacente valle del Paro.
Ci sono anche cinque drubchu o sorgenti di acqua attorno a Taktshang, che si ritengono miracolose e legate ai santi e guru del monastero.
La struttura recente è stata ristrutturata all’inizio del XXI secolo, dopo che il 19 aprile 1998 un rovinoso incendio scoppiò nel complesso del tempio, forse per un cortocircuito. I lavori di restauro partirono subito dopo e vennero ultimati nel 2005.
Ascesa al monastero e info
A circa 10 chilometri da Paro, in auto si raggiunge un ampio parcheggio dove inizia l’ascesa. Il monastero è accessibile solo da sentieri montuosi, ed esistono tre percorsi che conducono al luogo santo. Il primo percorso è un sentiero che attraversa la pineta decorato con brillanti file di bandiere di preghiera tibetane, che simboleggiano la protezione dalle forze del male, energia positiva, vitalità e buona fortuna. Gli altri due percorsi attraversano l’altopiano, chiamato “centomila altopiani delle fate”.
La durata della salita è di circa 3 ore, mentre per scendere serve forse la metà. Dalla base di partenza a circa metà tragitto c’è la possibilità di effettuare il percorso a cavallo, ma da lì si prosegue solo a piedi. Attenzione che il percorso in alcuni tratti e giornate può essere scivoloso.
Da non sottovalutare poi è l’altitudine, siamo sopra i 3.000 metri per cui è bene effettuare questa escursione dopo un po’ di acclimatamento con calzature adeguate e in buone condizioni.
Il monastero è aperto dalle 8 alle 13/14 in inverno, da aprile a settembre fino alle 18. All’ingresso si depositano borse, fotocamere e videocamere e all’interno del monastero non sono consentite foto e riprese vide.
Il monastero sorge sulla valle montuosa di Paro che è il cuore del Bhutan, e qui si trova l’unico aeroporto internazionale del paese, punto d’accesso privilegiato per visitare il Bhutan.
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