Storia di Mumbai o Bombay la moderna metropoli indiana
La moderna metropoli la cui storia si è velocemente dissolta nel dimenticatoio. Anche se molti potrebbero non conoscere la storia della nascita di questa bella città, gli abitanti di Mumbai sono appassionati del loro ricco passato e il patrimonio. La storia di Mumbai, risale all’antichità. Il nome di Mumbai è un eponimo, derivato dal nome di una dea locale chiamata Mumbadevi ovvero “grande madre” che è il nome di un piccolo villaggio di pescatori che anticamente abitavano le isole. La storia di Mumbai, di questa bella città risale alla formazione delle sette isole, vale a dire Colaba, Mazagaon, Mahim, Parel, Bombay Island, Worli e Old Woman Island. Questo gruppo di isole infatti faceva parte del regno di Ashoka, il famoso imperatore buddhista dell’India.
Dopo la scomparsa di Ashoka, innumerevoli governanti della dinastia Silahara hanno governato Mumbai finché il Regno del Gujarat annesse le isole nel 1343 d.C. e rimase tale fino al 1543 d.C.
Nel 1543 d.C. i portoghesi sequestrato le isole di Bahadur Shah del Gujarat che rimasero in loro controllo fino a 1661. I portoghesi la ribattezzarono Bom Bahia ovvero “buona baia” per la sua felice posizione geografica sul mare. All’inizio il porto di Mumbai era naturale, niente più di un misero villaggio di pescatori, e fu con l’arrivo dei portoghesi che si iniziarono a costruire sulle isole paludose le loro chiese, i palazzi e i forti.
Fu chiamata Eptanesia – città di sette isole – da Tolomeo, nel 150 d.C. I portoghesi la chiamarono Bom Bahia, Buon Bahia, o Bombain, «buona baia». Nel 1538 la chiamarono anche Boa Vida, l’isola della buona vita, per via della ricca vegetazione, la selvaggina, l’abbondanza di cibo. Un’altra storia relativa al suo nome viene dal sultano Kutb-ud-din, lo scià Mubarak I, che governò le isole nel XIV secolo, demolì templi, e divenne un demone, Mumba Rakshasa. Altri nomi indù furono Manbai, Mambai, Mambe, Mumbadevi, Bambai, e ora Mumbai. È una città con molteplici pseudonimi, come i gangster e le puttane. Innumerevoli sovrani hanno posseduto questo pugno di isole, le tribù di pescatori, i re musulmani, i portoghesi, gli inglesi, gli uomini d’affari parsi e gujarati, gli sheth (con più tardi si aggiunsero i sindhi, i marwati e i punjabi), e ora di nuovo i nativi, i maharashtriani.”
Di Suketu Mehta “Maximum City. Bombay città degli eccessi”
Dopo questo periodo, le isole furono cedute in dote a Caterina di Braganza quando sposò Carlo II d’Inghilterra nel 1662 sancendo di fatto il passaggio delle isole portoghesi nella mani della corona inglese. L’arrivo degli inglesi avvenne con la East India Company la Compagnia delle Indie Orientali, e fu durante la loro colonizzazione e dal 1668 assunse il nome di Bombay, il nome forse una corruzione anglicizzata di Mumbai o forse di Bom Baim “Buon porto”, presumibilmente un nome portoghese.
Nel giro di sette anni, la popolazione della città passo da meno di 10.000 abitanti a oltre 60.000 del 1675. Dopo di allora la popolazione della città ha continuato a crescere senza mai fermarsi, e nel breve la Compagnia delle Indie Orientali trasferì ufficialmente la propria sede da Surat (Gujarat) alla nuova città chiamata Bombay. Nel breve Bombay divenne la prima colonia inglese nelle Indie Orientali, fu costruito l’imponente porto che permise l’arrivo dei grandi commercianti inglesi e internazionali, ma anche degli abili mercanti indiani, sikh, jainisti, arabi ed ebrei fecero diventare Bombay un hub commerciale importante dove transitavano spezie, tessuti, animali, oro, marmo, pietre preziose, animali, frutta esotica e generi alimentari, té, legno, avorio, ecc …
William Hornby Vellard, governatore di Bombay nei primi anni del XVIII secolo diede avvio ad importanti progetti di ristrutturazione e di ampliamento della città, nonostante la dura opposizione della Compagnia delle Indie Orientali. Da allora la città ha iniziato a prendere forma con diversi progetti di ingegneria civile che segnarono la nascita della rivoluzione industriale in India. Le sette isole sono state finalmente fuse in una sola massa nel 1845, e nel 1853 venne inaugurato il primo collegamento ferroviario del paese che collegava Bombay e Thane. Questo periodo fu segnata da un importante processo di inglesizzazione, tanta da farla soprannominare la Londra d’Oriente, si crearono pub, ristoranti, caffè, case da tè in tipico stile inglese.
L’apertura del Canale di Suez nel 1869 significava anche che le connessioni tra Bombay e il resto del mondo erano aperte, conseguentemente Bombay diventò uno dei principali porti dell’India. Poco prima di aver ottenuto l’indipendenza, la città ha assistito su larga scala a scontri tra indù e musulmani di grandi dimensioni che hanno causato stragi colossali e turbolenze.
La storia di Mumbai nel XX e XXI secolo
La rapida modernizzazione della città, seguita da una crisi globale della corona inglese innescarono quel processo di indipendenza dell’India che si diffuse in tutto il paese. Furono Bombay, Calcutta e Delhi i centri dove intellettuali e politici locali si mossero per avere l’indipendenza che arrivò nel 1947.
Con l’indipendenza la città si espanse drasticamente e un certo numero di città suburbane sono state inserite entro i limiti della città, come Borivali, Andheri, Malad, Thane e Bandra. Nel 1960, Bombay è diventata la nuova capitale del Maharashtra. L’edificazione di grattacieli, che dominano l’architettura, la Borsa di Bombay, strade asfaltate e un boom nel settore secondario e terziario stato modificando la città e l’hanno portata fino a una delle prime quattro città del paese.
Dagli anni sessanta fino all’inizio del XXI secolo la crescita della città, della popolazione e dell’economia non si è mai fermata e non ha conosciuta nessuna sosta. Dal punto di vista politico movimento regionalisti marathi e religiosi sono stati motivo di crescente tensione con chi non fosse di etnia marathi e soprattutto con musulmani, che provocarono tumulti, attentati, disordini e numerose vittime. L’ultimo episodio risale al 2006.
Nel 1996 nel pieno del processo di revisionismo storico il nome della città è cambiato in Mumbai per cancellare il temine Bombay visto come un termine coloniale e da allora anche vie e palazzi storici hanno subito questo cambiamento.
Nel novembre del 2008 Mumbai ha subito un attentato con una serie di 10 attacchi di matrice islamica che hanno tenuta in scacco la città per circa 60 ore lasciando sul territorio circa 200 vittime (anche se fonti non ufficiali parlano di un numero superiore soprattutto tra le vittime di nazionalità indiana). Un attacco rivendicato da un gruppo islamico minore e in molti ritengono che dietro ci sia anche il Pakisthan.
Oggi, Mumbai è la capitale finanziaria, economica e commerciale dell’India ed è anche una delle più grandi città del paese. È la quarta città più popolosa del mondo, con una popolazione stimata in quindici milioni di abitanti ma si tratta di un numero inferiore alla realtà ed è ancora in forte crescita un crogiolo di razze, religioni, etnie lingue che ben rappresentano il pensiero globale contemporaneo.
La Mumbai di adesso è anche capitale della moda, del costume, della vita notturna, delle nuove tendenze, di Bollywood (la fiorente industria cinematografica), del lusso, ecc. … ma rimane anche una vitale città dell’India e del mondo come centro di idee, di pensiero, di letteratura e creatività.
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