Thangka arte buddhista espressione visiva e spirituale
Il Thangka arte buddhista espressione visiva e spirituale, è una pittura buddhista, uno dei patrimoni culturali più belli e tipici del buddhismo. Si tratta di un oggetto religioso indispensabile nella vita spirituale del fedele buddhista, presente sia in luoghi religiosi come monasteri e templi, sia nelle case dei comuni fedeli.
Thanka o Thangka in tibetano, e Paubha nella lingua newari (sorta di nepalese classico scritto). Letteralmente Thang ka è una parola tibetana che significa “messaggio registrato” o anche “messaggio arrotolato“. I thangka vogliono comunicare un messaggio al praticante buddista o a chiunque altro li guardi. Un dipinto thangka serve come aiuto per insegnare, poiché ogni dettaglio su di esso ha un significato profondo e si riferisce a parti della filosofia buddista. Ma non insegna solo, un dipinto del Buddha aiuta anche le meditazioni buddiste mentre viene visualizzato la divinità.
Tradizionalmente, i monaci e i lama tibetani usavano i thangka per insegnare gli insegnamenti del Dharma alla popolazione buddhista principalmente nomade. Poiché sono dipinti su pergamena, cotone o altri materiali morbidi, come la seta sono stati facilmente trasportati e srotolati, ad esempio in un villaggio lontano dal monastero. Gli abitanti del villaggio si riunivano nella piazza principale attorno ad un lama, che indicava con un bastone le diverse parti del thangka per illustrare le sue storie.
Origine e breve storia dei thangka
L’origine della pittura thangka può essere rintracciata fin dal tempo del Buddha. Storicamente, l’arte originale della pittura dei thangka è ritenuta essere una forma d’arte nepalese esportata in Tibet dalla principessa Bhrituti del Nepal che sposò Songtsen Gampo, il grande re del Tibet durante il settimo secolo. Gli storici pensano anche che la pittura cinese abbia avuto una notevole influenza sulla pittura dei thangka in generale. Così, il thangka che vediamo oggi è ritenuto portatore di influenze di dipinti nepalesi, indiani e cinesi.
La storia dei dipinti thangka ha origine in Nepal quando i buddisti e gli indù cominciarono ad illustrare le divinità e le scene naturali. L’arte dei thangka si sviluppò inizialmente nelle regioni himalayane settentrionali tra i lama e le comunità della valle di Kathmandu tra i Gurung e Tamang che producevano thangka, come opportunità di lavoro per molte persone sulle colline. I primi thangka nepalesi erano molto semplici nel disegno e nella composizione, con la divinità principale, una grande figura che occupava la posizione centrale, circondata da piccole figure di divinità minori.
Fu attraverso il Nepal che il buddismo di Mahayana è stato introdotto nel Tibet durante il regno di Angshuvarma nel settimo secolo d.C. In seguito ci fu una grande domanda di icone religiose e manoscritti buddisti per i monasteri di recente costruzione in tutto il Tibet. Alcuni manoscritti buddhisti, tra cui il Prajnaparamita, furono copiati nella valle di Kathmandu per questi monasteri. L’influenza dell’arte nepalese si estese fino al Tibet e persino in Cina in ordine regolare nel XIII secolo. Gli artigiani nepalesi furono spediti alle corti degli imperatori cinesi su loro richiesta per eseguire in loco thangka e fornire conoscenze esperte. Il contributo esemplare degli artigiani del Nepal, specialmente dell’innovatore nepalese e dell’architetto Balbahu, conosciuto dal suo nome popolare “Arniko”, è testimoniato ancora oggi.
Dopo l’introduzione della carta, la foglia di palma divenne meno popolare, tuttavia continuò ad essere utilizzata fino al XVIII secolo. I manoscritti di carta imitavano la forma oblunga ma erano più ampi delle foglie di palma.
In seguito l’influenza tibetana e cinese nei dipinti nepalesi e nell’arte dei thangka è abbastanza evidente. La fodera, la misurazione dei thangka, le realizzazioni e gli ornamenti sono tutti basati sullo stile indiano, il disegno delle figure è basato sullo stile nepalese e gli scenari di sfondo sono basati sullo stile cinese. Così, i dipinti thanka sono diventatati un’arte unica e distintiva.
Espressione visiva del thangka arte buddhista
A un livello più profondo i dipinti di thangka possono essere visti come espressione visiva del più alto stato di coscienza, che è l’obiettivo ultimo del percorso spirituale buddhista. Questo è il motivo per cui un thangka viene talvolta definito una “tabella di marcia verso l’illuminazione“, poiché mostra la via verso questo stato di illuminazione pienamente risvegliato. Porta le immagini di varie divinità buddiste e può anche essere usato come strumento di insegnamento quando descrive la vita del Buddha e gli eventi storici. Descrive anche i miti associati ad altre divinità.
Il dipinto ha anche un’ampia varietà di usi in altri rituali o cerimonie. Soprattutto, si ritiene che l’arte religiosa e il thanka in particolare sia uno strumento di meditazione per aiutare i praticanti a proseguire il cammino verso l’illuminazione.
A differenza di altre forme di pittura come la pittura ad olio o la pittura acrilica in cui il dipinto è fatto in modo piatto, la pittura di Thangka consiste in un pannello dipinto o ricamato su cui è montato un tessuto e poi su cui è posto un coperchio, per lo più di seta. Si infatti il thangka può essere anche ricamato e stampati su tessuto, soprattutto i Thangka devozionali di grandi dimensioni.
Alcuni thangka sono dipinti su entrambi i lati ma nella maggioranza dei casi solo un lato del rotolo è dipinto. La tela del thangka non viene poi incorniciata come un classico quadro, ma la parte superiore è fissata ad un bastoncino per mantenere la rigidità e in basso il thangka è fissato ad un bastone dove viene arrotolato. L’immagine è spesso coperta da un telo per preservarne l’immagine iconografica sacra e quando viene arrotolato con il dipinto è verso l’interno.
Maestri thangka
La pittura di thangka è un’arte estremamente complicata e dettagliata che richiede molti anni di pratica per acquisire le abilità e le conoscenze necessarie. Questa bella e tradizionale arte della pittura thangka viene preservata e trasmessa attraverso la stirpe dei maestri thangka e dei loro studenti, che dopo molti anni di formazione diventano maestri di thangka e la trasmettono allo stesso modo. Il lignaggio spesso rimane all’interno della famiglia, e viene tramandato di padre in figlio. In passato la stessa pratica del dipinto thangka era originariamente fatta come un modo per guadagnare dei meriti, tuttavia, oggigiorno si è trasformata prevalentemente in un articolo commerciale.
Uso cerimoniale
All’interno dei monasteri buddhisti e gompa del Nepal, Ladakh e Tibet sono conservati numerosi thangka. Alcuni sono di piccole dimensione appesi alle pareti, altri thangka sono enormi rotoli arrotolati e disposti all’interno del tempio. In realtà questi enormi pezzi di tessuto decorati vengono srotolati in determinate festività come per Losar, capodanno tibetano, festività e celebrazioni locali per la visione e la cerimonia pubbliche. In questa galleria di foto siamo a Lamayuru in Ladakh quando in occasione del festival Yuru Kabgyat l’enorme thangka viene portato fuori, srotolato ed esposto in tutta la sua bellezza.
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