“Himalaya – L’infanzia di un capo” di Éric Valli
È un film del 1999 di Éric Valli, che racconta la storia di un villaggio Dolpo nel Nepal, e delle carovane che da tempo immemorabile periodicamente trasportano il sale himalayano per scambiarlo con altre merci utili per il villaggio. I viaggi sono condotti da carovane di yak e da pastori del villaggio. Quando però il capo carovaniere muore, il padre che era il vecchio capo carovaniere nonché capo del villaggio decide di riprendere la guida della carovane scontrandosi con una giovane guida che vuole prendere il suo posto alla testa delle carovane. Il villaggio si dividerà: il vecchio capo e il giovane si metteranno alla guida di due carovane.
Così inizia Himalaya – L’infanzia di un capo, un film di insolita bellezza visiva e di enorme interesse intrinseco, a tratti sembra un documentario sull’Himalaya e sui Dolpo, questa popolazione di origine tibetana seminomade che vive in Nepal al confine con il Tibet, in una delle ultime aree dove sopravvive la religione Bon-po (buddhismo tibetano). I Dolpo d’estate vivono nei loro villaggi, a 4-5.000 metri d’altitudine, coltivando la terra (grano e orzo) che producono e cibo per cinque mesi non di più, mentre d’autunno migrano a fondo valle nel basso Nepal per vendere il sale che hanno raccolto sulle montagne, così da comprare grano o riso per sopravvivere nei mesi invernali.
Ambientato nell’area del Dolpo nepalese, è stato diretto da Eric Valli, un fotografo che vive in Nepal da anni, lo ha filmato per il National Geographic e ha realizzato documentari su di esso.
La bellezza del film non è tanto la trama o la storia di per se molto semplice, ma i suoi personaggi con i loro costumi, usanze, tradizioni, credo religioso a ricreare qualcosa di unico. La fotografia le immagini e lo spaccato della dura vita della popolazione Dolpo è meraviglioso e sorprende pensare che vite come queste siano ancora possibili nel XXI secolo, e come la comunità Dolpo condivida il pianeta con noi conducendo vite inimmaginabilmente diverse dalle nostre.
Si tratta del primo film nepalese a ricevere una nomination all’Oscar come miglior film straniero.
Trama “Himalaya – L’infanzia di un capo”
Tinle (Thinlen Lhondup) è un vecchio capo villaggio che per molti anni ha guidato le carovane di sale, per poi ritirarsi in favore di suo figlio. Il figlio Lhakpa muore di ritorno dai laghi salati del Tibet e Karma (Gurgon Kyap) – l’amico di suo figlio – racconterà che la morte di Lhakpa è avvenuta nel tentativo di percorrere un sentiero pericoloso. Tinle non è convinto e nutre dubbi e rancore nei confronti di Karma.
Nel frattempo manca poco per la partenza della carovana di sale e c’è da trovare un nuovo capo carovana. Tinle crede che la posizione d’onore di guida delle carovane debba rimanere all’interno della sua stessa famiglia e per questo si rifiuta di dare a Karma la benedizione di nuovo capo carovana. Tinle si intestardisce e nel tentativo di trovare una soluzione all’interno della famiglia va a fare visita all’altro figlio, un monaco Norbou (Karma Tensing). Il figlio monaco gli fa presente che da quando ha otto anni è in monastero e non conosce le montagne, le carovane e il sale e rifiuta la richiesta del padre.
Nel frattempo la comunità del villaggio si spacca. I più giovani riconoscono le capacità di Karma e si mettono in viaggio sotto la sua guida; i più anziani attendono il giorno propizio indicato dai lama e si mettono in viaggio alla guida del testardo Tinle.
Assieme a Tinle viaggia il figlio monaco che alla fine pur senza alcune esperienza decide di aggregarsi, il nipote bambino Tensing (Pemba Bika) figlio di Lahkpa, e la vedova Pema (Lhakpa Tsamchoe).
Le vicende per un periodo ripercorrono il cammino delle due carovane costellate di eventi e fatti che evidenziano aspetti della dura vita dei carovanieri, poi un evento difficile riunisce le due carovane e i due capi Tinle e Karma si ritroveranno.
Eric Valli, fotografo e regista francese nato nel 1952 a Digione. Ha trascorso gran parte della sua carriera lavorando sul rapporto tra uomo e natura catturando con la sua macchina fotografica alcuni dei luoghi più inaccessibili del mondo, lavorando per il National Geographic, Life, GEO, Paris Match.
Eric è specializzato in paesaggi montani ed è un esperto dell’Himalaya, in particolare Nepal, Tibet e Afghanistan. Nel 1987 esce il suo racconto fotografico Honey Hunters – che documenta gli uomini delle tribù Gurung che si arrampicano sulle falesie del Nepal. Nel 1990 Eric in Shadow Hunters, documenta la raccolta di nidi di uccelli per la zuppa nella Thailandia occidentale.
Nel 1999 ha diretto Himalaya – L’infanzia di un capo e nel 2012 ha diretto il film Himalayan Gold Rush.
Eric ha pubblicato fino ad oggi 14 libri, incluso nel 2006 The Sky Will Be My Roof, un libro di memorie di viaggi e avventure. In totale, la sua fotografia è stata premiata con tre World Press Awards. Inoltre ha girato lavori commerciali per diversi brand.
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