“Lunana: A Yak in the Classroom” film Bhutanese candidato agli Oscar
Il film bhutanese “Lunana: A Yak in the Classroom” è entrato nella shortlist dei 15 migliori film internazionali in lizza per gli Oscar 2022. È la prima volta in 23 anni che il Bhutan sarà rappresentato nella corsa internazionale dei lungometraggi.
Il film che tradotto in italiano è “Lunana: uno yak in classe”, ha dovuto competere con un pool di candidature nazionali da 92 Paesi e se la dovrà vedere anche con la pellicola italiana di Paolo Sorrentino “E’ stata la mano di Dio” e con l’iraniano di Asghar Farhadi “Un Eroe“, il danese di Jonas Poher Rasmussen “Flee”, il giapponese di Ryûsuke Hamaguchi “Drive My Car” e molti altri film espressione della migliore cinematografia mondiale.
Il film è una storia di formazione che racconta la vicenda di un insegnante della capitale bhutanese un po’ demotivato con il sogno di andare in Australia a fare il cantante che viene mandato in una remota scuola nel cuore dell’Himalaya a Lunana. Il viaggio e la vita a Lunana sono all’inizio molto duri ma la natura, i rapporti umani il calore della piccola comunità dei bambini e degli anziani lo aiuterà a trovare la felicità e quel senso di appartenenza caro al Bhutan.
Le cinque nomination finali agli Academy Awards saranno annunciate martedì 8 febbraio 2022, mentre la cerimonia di premiazione si terrà domenica 27 marzo 2022.
Trama di Lunana: A Yak in the Classroom
Siamo in Bhutan, Ugyen Dorji (Sherhab Dorji) è un giovane insegnante un po’ demotivato della capitale Thimphu che vive con sua nonna (Tsheri Zom) che gli ricorda sempre i costumi e tradizione locali e che troviamo spesso a girare la ruota di preghiera buddhista tibetana, mentre lui sogna di emigrare in Australia e di fare il musicista. Lui e i suoi amici frequentano locali della capitale dove consumano birra, ascoltano musica straniera nel più classico stile occidentale.
Vincolato da un contratto governativo ancora per un anno, i suoi superiori lo trasferiscono dalla vivace capitale all’angolo più remoto di tutto il Bhutan, e sebbene Ugyen cerchi di opporsi anche sostenendo un fantomatico mal di montagna la decisione è presa e anzi i superiori gli dicono che questa esperienza gli fare bene.
Ugyen raccoglie le sue cose e si mette in viaggio verso Lunana un remoto villaggio nell’Himalaya, a 4.800 metri sul livello del mare. Già solo arrivarci è un’ardua avventura e servirà una settimana di cammino per raggiungere il villaggio. Dalla capitale Thimphu in bus dopo un giorno intero di viaggio arriva a Gasa: 448 abitanti a 2.800 m. qui lo attendono due abitanti del villaggio Michen (Ugyen Norbu Lhendup) e Singye (Tshering Dorji), che lo scorteranno fino a Lunana. Il mattino successivo i 3 con 3 asini portatori si mettono in viaggio. Lui sempre con le sue cuffie attaccate all’mp3 ad ascoltare musica e ad isolarsi dal mondo. Arrivano e sostano a Koina 3 abitanti a 3.100 m. ospiti di una famiglia molto semplice due adulti e un tenero bambino. All’indomani proseguono per altri giorni di cammino e si accampano a dormire all’aperto nel frattempo le batterie dell’mp3 si esauriscono. Proseguono fino al passo al Karchung La Pass a 5.240 m. dove vede gli accompagnatori del villaggio rendere omaggio e tributo secondo le tradizioni con i tipici rituali fatti di preghiere, offerte di latte, bandiere di preghiera tibetana e sassi ma Ugyen distaccato e lontano non capisce e non partecipa a questa cerimonia.
Dopo giorni faticosi di cammino Ugyen arriva a Lunana 56 abitai a 4.800 metri dove viene accolto dal capovillaggio e da tutta la comunità, gli offrono un’accoglienza da importante ospite.
La scuola e la sua stanza sono povere, spoglie e spartane, mancano di tutti i comfort tra cui la corrente elettrica, il riscaldamento e mancano anche tutti gli strumenti didattici necessari tra cui lavagna e gessi.
L’ambiente naturale, la vita semplice e spartana i valori della terra e soprattutto la piccola comunità locale di Lunana riusciranno a risvegliare interessi e a trasmettere i valori cari della comunità bhutanese.
Tra gli incontri e figure carismatiche di questa piccola comunità spicca la simpatica e deliziosa capoclasse una bambina di nove anni Pem Zam, bellissima con indosso l’abito tradizionale kira, e la giovane ragazza Saldon (Kelden Lhamo Gurung) che si diletta a cantare. Quest’ultima con la sua voce attira da subito l’attenzione di Ugyen e i testi delle canzoni che richiamano gli spiriti e lo yak all’inizio appaiono incomprensibili ma lentamente vengono compresi dallo stesso insegnante finché lui la canterà.
Il titolo del film ruota attorno al vecchio yak che Saldon regala ad Ugyen e che trova posto in classe. Il nome dello yak è Norbu che tradotto significa “gioiello che esaudisce i desideri” ed è espressione dell’importanza di questo animale. Lo yak o bue tibetano è l’animale simbolo dall’altopiano tibetano e delle comunità himalayane simbolo di forza, resistenza, base di sostentamento nella vita economica, culturale e religiosa delle comunità montane del Bhutan. Lo sterco essiccato di yak è la principale fonte di carburante per cucinare e scaldarsi a queste altitudini, la lana serve per tessere abiti, il latte per alimentare e la sua forza per trasportare merci e per il lavoro dei campi.
Il film diventa una lezione di vita e di formazione per il giovane immaturo insegnate Ugyen.
Il film è stato girato interamente in Bhutan sullo sfondo una natura mozzafiato unica, tra montagne sacre, fiumi, ponti con un cast quasi esclusivamente composto da attori esordienti e che ha visto la partecipazione anche di attori della stessa Lunana bambini e pastori di yak e molti di loro prima di allora non avevano mai visto neanche una telecamera.
Premi e riconoscimenti
Il film è stato presentato in anteprima mondiale al BFI London Film Festival nel 2019. È stato selezionato dal Ministero dell’Informazione e delle Comunicazioni del governo bhutanese come candidato bhutanese per il miglior lungometraggio internazionale alla 93esima edizione degli Academy Awards, ma per un cavillo burocratico è stato squalificato. Tuttavia, è stato ripresentato l’anno successivo alla 94esima edizione ed è notizia di pochi giorni fa che il film è entrato nella shortlist tra i 15 film candidati degli Academy Awards.
Il film ha vinto l’Audience Choice Award per il miglior lungometraggio e il Best of the Fest al Palm Springs International Film Festival del 2020. È passato poi per diversi festival tra cui Clevaland, Kolkata, Cairo e Goteborg. Al Festival International du film de Saint-Jean-de-Luz, a Saint-Jean-de-Luz, in Francia, il film ha vinto il Prix du Public e Sherab Dorji ha ricevuto il premio come miglior attore per il suo ruolo di Ugyen Dorji.
In Italia il film è stato presentato al 26° Film Festival della Lessinia in provincia di Verona, dove ha ricevuto il Premio Lessinia d’Oro per il miglior film del festival, il Premio Giuria Microcosmo del carcere di Verona e una Menzione Speciale nel Premio Log to Green.
Pawo Choyning Dorji
Pawo Choyning Dorji nasce in Bhutan ed è scrittore, fotografo e regista. I suoi esordi nel mondo del cinema sono al fianco del grande regista buthanese Khyentse Norbu: nel 2012 è assistente alla regia di Vara: A Blessing, nel 2016 è produttore di Hema Hema: Sing Me a Song While I Wait.
Le sue fotografie sono pubblicate a livello internazionale. Lunana: Yak in the Classrorom è il suo primo film da regista.
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