India buddhista: lo stupa di Sanchi, origini e significato
Lo stupa è il monumento buddhista per antonomasia, al quale i devoti rendono omaggio compiendo un pradaksina (circumambulazione circolare intorno allo stupa ). Lo Stupa è l’immagine, o meglio la manifestazione del Buddha, della sua Legge che governa l’universo, ed è inoltre un psico-cosmogramma. La forma dall’aspetto apparente della volta del cielo, implica in sua volta la presenza totale e intangibile del Buddha, che in questo modo viene visto non come un insegnante umano, ma come l’essenza dell’universo.
È il simbolo del Buddha per eccellenza, della estinzione del suo corpo fisico – nirvana e del suo inseguimento spirituale.
Un altro termine per definirlo è dhatugarbha “reliqua-ricettacolo” che ne specifica la funzione di ricettacolo delle reliquie dell’Illuminato
Lo Stupa in India, Dagoba nello Sri Lanka e Chorten in Tibet. Un altro termine per indicare lo stupa è caitya, da cui deriva chedi (usato in Thailandia per riferirsi a diverse tipologie di reliquiario) hanno una storia antica e dettagliata.
La parola Stupa si dice che derivi dalla radice sanscrita Stu che significa “culto” o “lodare” e da pa “pagoda” Lo Stupa sviluppato come nucleo della fede e del culto buddista ma la sua origine non può essere considerata come buddista perché le sue radici risalgono a circa 2000 a.C. quando tumuli contenenti reliquie sono state sollevate da terra e roccia secondo una vecchia usanza che era sopravvissuta fin dal Neolitico. Questi tumuli erano comuni anche durante la vita del Buddha e lui incaricò i suoi discepoli di erigere degli stupa per ricordare grandi re, saggi ed eroi. Naturalmente, dopo la morte del Buddha, uno stupa dovette essere edificato in suo onore, e otto dei principi più potenti combatterono per le sue ceneri ed ossa. Queste reliquie furono così distribuite in otto diversi regni e otto stupa furono eretti su queste spoglie. Durante il regno di Ashoka 273-232 a.C., sono stati ridistribuiti e una parte si dice che siano stati inseriti nel Grande Stupa a Sanchi.
È forse solo nel Buddismo che una particolare struttura è stata suggerita e raccomandata dal suo fondatore per il culto e la salvezza, perchè lo Stupa permette al fedele di pensare non solo del Buddha come una realtà imminente (per quanto riguarda lo Stupa come manifestazione visiva del Buddha ), ma incarna anche la sua illuminazione e nirvana. In questo modo lo stupa buddista trascende il suo predecessore, il tumulo o tumulo, spostando l’accento da un particolare reliquia ad una più alta realtà trascendentale, come realizzato dal Buddha, vale a dire il raggiungimento del Buddha e l’obiettivo del fedele.
In origine tumulo funerario destinato a contenere le ceneri dell’Illuminato e, in seguito, monumento commemorativo del Buddha e della sua dottrina. Lo stupa, nella sua forma più antica, ha una struttura tripartita formata da una base circolare o quadrata, su cui sorge il corpo emisferico anda, coronato da un elemento cubico harmika dal quale fuoriesce il pinnacolo chattravali. Nel corso dei secoli, questa struttura principale andò modificandosi, conservando tuttavia inalterata la tripartizione di base, corpo e coronamento.
Negli stupa di tradizione nepalese, di cui esistenze qualche testimonianza anche in Bhutan, la struttura mandalica del monumento è messa in evidenza dalla scansione ordinata delle terrazze sovrapposte del basamento su cui insiste il corpo emisferico coronato dalla cuspide. Le lunghe bandiere verticali che sventolano dai pali sono le caratteristiche preghiere tibetane, noto come lungta “cavallo del vento”, che possono avere anche la forma quadrata o rettangolare e recano impresso il motivo di un cavallo al galoppo, con un gioiello luminoso sulla groppa, circondato da mantra.
Lo stupa di Sanchi
Nello stato dell’India centrale del Madhya Pradesh a circa 50 chilometri da Bhopal si trova Sanchi, un piccolo villaggio che non ha alcun legame diretto con il buddhismo, ma venne scelto dal grande imperatore Ashoka dopo la sua conversione al buddhismo per erigere i primi stupa nel III secolo a.C. Il monastero di Sanchi è stato originariamente costruito da Bimbisara, re di Magadha e contemporaneo del Buddha. Deve la sua attuale forma ai lavori di ristrutturazione di Ashoka e del successivo re Shunga che con il loro sostegno e il patrocinio stabilirono nel culto Stupa come istituzione del Buddismo.
La struttura principale del Great Stupa (Grande Stupa) o stupa n.1 è costituito da una cupola emisferica appiattita o cupola, chiamata anda, collocato in cima ad una base cilindrica. Anda letteralmente un uovo, alludeva non solo alla forma, ma per il suo significato al più profondo come simbolo del creativo potere latente. Lo stato anda inteso anche come una replica architettonica della cupola infinita del cielo, che rappresenta il ciclo di morte e rinascita (anda relativo all’universo nell’antica mitologia indù è stato a volte anche chiamato Garbha o “grembo”). L’Harmika, che si trova al vertice dell’anda, simboleggia lo zenit il di là della vita e della morte (nirvana) e la sua somiglianza con un altare sacrificale era di particolare importanza, per il raggiungimento del Nirvana era richiesto il sacrificio di sé e del mondo (quello che era sotto doveva essere sacrificato per raggiungere la cima).
Salendo dall’Harmika c’è uno degli elementi più importanti della stupa, il palo yasti (che è stato immaginato per il passaggio attraverso l’anda verso la terra) rappresentato l’asse del mondo che collegava il cielo e la terra. Questo collegamento era duplex: un percorso di ascesa dal mondo fisico limitato al illimitato senza limiti, e un canale per il flusso della realtà nel mondo (un afflusso che impregna il mondo con il significato del finito con l’infinito). Sopra l’anda la yasti funge da supporto per i livelli di ombrelli circolari o chattras che significano il primato di tutta la struttura. Il parasole è sempre stata una caratteristica distintiva che implicava regalità e dignità, ma soprattutto, come un caratteristico coronamento dello stupa simboleggiava l’albero sacro della vita o illuminazione.
I tre elementi del chattra a Sanchi rappresentavano i tre gioielli del buddismo: il Buddha, la legge, e la comunità dei monaci. L’idea del chattra come un albero è riassunto da Govinda:
“… l’Albero della Vita e l’Illuminazione nasce dalla ceneri del altare sacrificale (Harmika) che corona la cupola, il monumentale mondo-uovo e il grembo di un mondo nuovo che è stato fecondato dai semi di un glorioso passato … in tale modo, la nascita spirituale del mondo inizia nella mente dell’uomo, e l’albero della vita cresce nel proprio cuore, il centro del suo mondo, e si diffonde in sempre nuovi infiniti, in regni sempre più alti e puri, fino a quando si è trasformato in un albero illuminato”.
Mantenendo l’antica tradizione di racchiudere un albero sacro con una recinzione, la chattra era racchiuso da una ringhiera o vedika. Simili vedika sono stati ripetuti intorno allo stupa e sulla terrazza su cui l’anda poggiava. Servivano per delimitare il confine del recinto sacro con il mondo laico. Il recinto o vedika più basso aveva quattro porte d’ingresso o torana, e chiudevano il patha pradaksina principale (circumambulazione circolare intorno allo stupa). L’orientamento delle torana (est, sud, ovest e nord), e la direzione di circumambulazione rituale corrispondevano con la direzione del corso del sole: all’alba, zenit, tramonto e Nadir.
La decorazione delle stupa durante il periodo di Hinayana era limitato quasi esclusivamente alla scultura delle vedika e torana. È stato solo durante i periodi successivi Mahayana che il corpo dello stupa divenne oggetto di scultura in rilievo e la rappresentazione aniconica del Buddha è stato visto sull’anda in sé.
Il Greater Stupa o stupa n.1 è lo stupa più importante e significativa dell’intera area archeologia di Sanchi, ma attorno si trovano altri stupa minori in alcuni casi semplici e minuscole cappelle. Degli otto stupa fatti erigere da Ashoka ne sono rimasti solo tre compreso il Greater Stupa.
Glossario architettura stupa
Torana (cancello d’entrata)
Vedika (pietra recinzione ringhiera)
Patha Pradaksini (percorso per circumambulazione)
Fondazione, base
Medhi (terrazzo o patha pradaksina superiore)
Anda (cupola emisferica o cupola)
Harmika (chiosco)
Chattra (ombrello onorifico ombrello)
Scala che porta alla terrazza per circumambulazione
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