“Calcutta” un documentario di Louis Malle
Calcutta in bengalese Kolkata, capitale dello stato del Bengala è stata fino al 1912 capitale dell’India Britannica. Nel 1970 è una metropoli di tre milioni di abitanti, in continua crescita (ad oggi siamo sopra i venti milioni). Una città incapace di fornire lavoro e cibo sufficiente per tutti, la città è un immenso formicaio in cui, a fronte di una privilegiata minoranza borghese erede degli usi e costumi dei dominatori, gli “altri” convivono con la miseria (le bidonville, i ricoveri per gli affamati, i ghetti per i lebbrosi), ma anche con i loro riti, canti, feste e tradizioni.
Su questo sfondo nel 1968 Louis Malle regista francese, che in patria sta attraversando una crisi profonda, mette in discussione la sua carriera e decide di partire per l’India e realizza una monumentale documentario composto da 7 episodi per la televisione di 52 minuti ciascuno dal titolo L’india fantasma (L’Inde Fantôme), da cui è stato prodotto “Calcutta” questo film documentario di 95 minuti.
In “Calcutta” Louis Malle gira con la sua macchina da presa: riprende, testimone di quello che gli passa davanti. Una ripresa realistica, senza mai giudicare, senza nessuna forzatura o costruzione, senza mai volere ricreare certe situazioni … un documento, una testimonianza quanto più reale e concreta di Calcutta.
Certo la macchina da presa non passa inosservata e da osservatore si accorge ben presto di essere osservato ed ecco che decide di fare degli sguardi, dei primi piani il motivo dominante del documentario.
Oltre alle immagini si sentono i suoni e rumori di Calcutta, la sua voce fuoricampo di Louis Malle si sente raramente, solo quando è necessario aiutare lo spettatore nei repentini cambi di scena o le specifiche situazioni lo richiedono.
Louis Malle proveniva dal documentarismo e prima di allora aveva lavorato con l’oceanografico Jacques Cousteau. In questo documentario la sua ripresa è quanto più possibile vicino alla realtà, evitando manipolazioni per tradire o sfigurare la realtà. Il regista non da indicazioni e a parte la lunga ripresa del documentario, il suo lavoro si limita nel montaggio a circoscrivere l’enorme materiale all’interno dei tempi cinematografici.
Quello che appare è una quotidianità dura, una lotta per la sopravvivenza, dove la morte si confonde con la vita, il matrimonio con il funerale. Folle di fedeli e di mendicanti per strade brulicanti, treni stracolmi, manifestazioni femministe, marce di protesta di operai o studenti, abitazioni fatiscenti, bidonville, mancanza di igiene … ma anche i suoni, la magia, i colori, il fascino delle tradizioni, della quotidiana ritualità, di etnie diverse, di canti, danze, di sentimenti e di persone che si riuniscono per festeggiare.
Un documento che non può lasciare indifferente, perché confonde lo spettatore, lo attira ma anche lo respinge come un elastico che si tende e si rilascia, così è per lo spettatore.
Una testimonianza dell’India che emozionerà per la genuinità e per la bellezza di quel paese che è l’India. Sono passati più di sessant’anni dalle riprese e certamente l’India e Calcutta è cambiata, ma molte immagini, storie, spaccati di vita sono ancora più che mai attuali e presenti nella quotidianità dell’India del XXI secolo.
Il documentario si può trovare in dvd con sottotitoli in italiano, oppure su Youtube si riesce a trovare il documentario spezzato in diverse parti con l’audio originale senza sottotitoli.
Sempre su Youtube si trovano anche le 7 puntate di L’Inde Fantôme (L’India Fantasma) sempre con l’audio originale.
Il regista – Louis Malle (Thumeries, 30 ottobre 1932 – Los Angeles, 23 novembre 1995) documentarista, regista, sceneggiatore e produttore. Nasce come documentarista collaborando con l’esploratore oceanografico Jacques Cousteau ottenendo assieme diversi riconoscimenti internazionali. A seguito di un incidente durante le riprese, che gli provoca la rottura di un timpano interrompe la collaborazione con Costeau incominciano la carriera di regista. In questo periodo è vitale l’incontro con Robert Bresson che lo introduce nel mondo cinematografico. Tra i suoi film più noti si ricorda Gli amanti (Les Amants), Zazie nel metrò (Zazie dans le Métro), Arrivederci ragazzi (Au Revoir Les Enfants) e Milou a maggio (Milou en Mai)
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