“Cuccette per signora” di Anita Nair
editore Neri Pozza e Guanda
Akhila ha quarantacinque anni, non ha un marito, non ha figli, non ha una casa non ha più una famiglia. Non è una donna impulsiva, anzi si definisce una donna organizzata che non si abbandona facilmente ai sogni ma, questa mattina si è svegliata con dentro di sé una singolare sensazione vagabonda. Ha indossato un sari rosso e nero e prenota un biglietto di sola andata per un paese in riva al mare, Kanyakumari. Alle otto e mezza di sera arriva alla stazione di Bangalore, entra nello scompartimento per signora dove ha un posto a lei riservato e si sente parte di quella folla di persone questa sera fuggirà dalla città. Una dopo l’altra conoscerà le sue compagne di viaggio: Janaki, moglie viziata e madre confusa protettiva verso il figlio più grande; Margaret Shanti, insegnante di chimica sposata con il preside della sua scuola un insensibile tiranno; Prabha Devi, figlia e moglie perfetta che un episodio increscioso la sconvolge fino a farla sentire inesistente; Sheela, quattordici anni, sconvolta dalla morte della nonna con la sua capacità di capire ciò che le altre non possono; Marikolanthu, la cui innocenza è stata distrutta da una notte di lussuria.
“Akhila spesso l’aveva sognato. Di essere parte di quella onda che si rovescia negli scompartimenti e si accomoda sui sedili, sistemando i bagagli e stringendo in mano i biglietti. Di sedersi, girando la schiena al suo mondo e puntando lo sguardo in direzione della meta verso cui è diretta. Di partire. Di fuggire. Di staccare la spina. Di correre su un treno che entra in stazione sferragliando e caracollando. Akila è seduta accanto a un finestrino.”
Nell’originale idea di ambientare la storia all’interno di uno scompartimento del treno per sole donne, si raccontano le vicende di sei differenti donne indiane, una sorta di confessionale dove ognuna di questa narra le vicende della propria vita. Il treno diventa metafora di un cammino interiore, mentre dal finestrino scorre il paesaggio di un India in cambiamento in viaggio verso il futuro.
Akhila è questa donna indiana che apre gli occhi e che matura la decisione di pensare una volta tanto a se stessa prima che agli altri, da qui la scelta di partire è in questo viaggio che si snoderà durante le ore notturne ad una ad una conoscerà le storie delle altre compagne di scompartimento.
“Può una donna restare single e felice, o ha bisogno di un uomo per essere completa?”
Nel continuo contrasto tra società antica e nuova India, anche in questo romanzo di Anita Nair descrive il mondo della donna indiana moderna, in eterno conflitto con le tradizioni e costumi del passato, fatta di uomini che hanno paura dell’emancipazione femminile per paura di perdere la loro storica supremazia.
Il romanzo descrive la società indiana contemporanea, con le difficoltà di conciliare le tradizione storiche e religiose del passato con una modernizzazione che porta con se benessere e ricchezza ma soprattutto nuove idee e pensieri. Il romanzo fu etichettato come romanzo femminista in molti parti del mondo e quando l’autrice Anita Nair si oppose a questa etichettatura fu aspramente criticata. L’autrice in quanto scrittrice rivendica il diritto di mostrare le qualità di forza delle donne e coglie l’occasione per scrivere “del diritto che le donne hanno di essere donne”, in un mondo dove le donne stanno ancora lottando duramente per il proprio spazio e questo le rende particolarmente sensibili.
È un romanzo che narra e parla dell’India e delle donne indiane ma, pur con le dovute differenze geografiche sociali e storiche, non è così difficile immaginare che le vite di queste donne non siano molto diverse da quelle ti tante donne occidentali, spesso intrappolate nei loro doveri, nelle loro quotidiane responsabilità, infelici e soffocate alla ricerca della felicità.
Durante il libro si incontro spesso cibi e pietanze indiane ed anche per questo che il libro contiene un’appendice culinaria con ricette della stessa autrice con il duplice fine di offrire al lettore la possibilità di “gustare” il libro nei suoi gusti e sapori tanti tipici dell’India, per comprendere meglio il mondo femminile della donna indiana.
“Un giorno dovrò parlare a mia figlia. È la donna che imprime la direzione al suo matrimonio.
«Figlia», dovrò dirle, «se gli dimostrerai di non essere capace di fare nulla al di fuori delle mura domestiche, sarà lui a organizzare la tua vita, dall’inviare i vaglia a tenere in ordine il libretto degli assegni, a prenotare i biglietti ferroviari, a occuparsi delle spese di casa. All’inizio ti coccolerà e vizierà, perché dopo tutto stai stimolando l’uomo che è in lui a difenderti e proteggerti. Ma basteranno pochi giorni e si trasformerà in un tiranno che pretenderà di controllare ogni tuo pensiero».
Esiste una alternativa. Potresti decidere di dimostrare di essere indipendente e di fargli vedere come te la sai cavare da sola. Solo che, quando avrai bisogno di un paio di braccia che ti abbraccino, di qualcuno che ti sostenga e ti ami teneramente, potrebbe non essere lì, perché gli hai sempre fatto vedere che non hai bisogno di lui. Dov’è la via mediana, l’aurea mediocritas? Figlia vorrei saperlo. Vorrei che mia madre mi avesse detto quali sono le cose giuste da fare. O forse la verità è che non lo sapeva nemmeno lei.»
Anita Nair nata in Kerala il 26 gennaio del 1966, adesso vive a Bangalore dove sono ambientati molte delle sue storie. È giornalista e scrittrice tra le più attive e attente personalità sulla questione della donna in India e in molti suoi romanzi si raccontano e si discute della situazione della donna in India.
Tra i suoi libri Il satiro della sotterranea. Racconti urbani e gotici è il suo primo libro. Nel 2001, ha pubblicato il suo primo romanzo, Un uomo migliore, che ha ottenuto un notevole successo di critica e di pubblico. Nel 2002, Cuccette per signora, il suo secondo romanzo, e si è imposto come uno dei maggiori bestseller internazionali. Tra gli altri suoi libri ricordiamo: L’arte di dimenticare, La ferocia del cuore, Padrona e amante, Il custode della luce, L’ira degli innocenti, L’alfabeto delle spezie.
Neri Pozza e Guanda pubblicano i suoi libri in Italia.
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