“Passaggi in India. Ieri e oggi” acquetinte e fotografie
acquetinte di Thomas e William Daniell
fotografie di Antonio Martinelli
In uno dei tanti pomeriggi spesi vagando tra librerie di viaggio cercando mappe, libri e letteratura di viaggio mi sono imbattuto in questo catalogo della mostra Passaggi in India. Ieri e oggi che si era tenuta a Roma alle scuderie del Quirinale nell’ottobre del 2005. Si sono passati diversi anni !
La mostra nata dall’idea del fotografo italo-francese Antonio Martinelli, raccoglieva degli acquarelli realizzati verso la fine del 1700 dai viaggiatori inglesi Thomas e William Daniell (zio e nipote) esposte per la prima volta in Europa e provenienti dal Victoria Memorial Hall di Calcutta, con altrettante fotografie dello stesso Martinelli, scattate a distanza di 200 anni, durante quattro viaggi tra il 1995 e il 1997, sugli stessi luoghi e seguendo lo stesso itinerario dei Daniell.
Due secoli separano gli sguardi sugli stessi edifici, siti, monumenti e paesaggi indiani. Ci sono voluti nove anni, a partire dal 1785, ai Daniell per percorrere l’India e altri dodici anni a trarne e poi pubblicare quella serie di centoquarantaquattro acquetinte che costituiscono il loro fantastico Oriental Scenery.
Al fotografo Martinelli sono voluti quasi due anni, per raccontare, individuare i luoghi precisi e le esatte angolazioni prescelti dai Daniell, per poterli fissare di nuovo questa volta con la macchina fotografica, e documentare il passaggio del tempo.
Due visioni artistiche, l’acquatinta e la fotografia a confronto per documentare ed analizzare lo stato di conservazione del patrimonio ambientale e architettonico originario dell’India.
Le acquetinte del Settecento erano funzionali a far conoscere l’India in Inghilterra, per far vedere i luoghi ricchi di bellezza, i loro richiami evocativi. La comparazione sistematica delle immagini di ieri e oggi rivela attraverso uno sguardo incrociato risalenti ad epoche diverse, la trasformazione sia dei monumenti e dei siti, sia dell’ambiente umano e urbano nel quale si iscrivono. A distanza di duecento anni il confronto con le foto stupisce perché da un lato testimonia la permanenza del patrimonio del paesaggio come se il monumento e il tempo avessero rallentato fino a quasi a fermarsi. Dall’altra rivela la trasformazione dei siti e dei monumenti, dell’ambiente umano che nel corso dei secoli ha modificato il paesaggio.
Il fascino e la bellezza sta proprio in questo riflesso tra le acquetinte e le fotografie, sospeso tra passato e presente dove il linguaggio della fotografia dialoga con le acquetinte.
Le fotografie di Martinelli offrono anche lo spunto per una riflessione sullo stato di conservazione di molti di questi monumenti protetti dall’Archeological Survey of India e dall’Unesco, che rischiano di essere distrutti a causa dell’espansione moderna o per mancanza di sufficiente tutela. Ma, dallo stesso riflesso e confronto si evince come paesaggi e monumenti indiani siano sopravissuti al tempo e alla modernità, come della capacità dell’India e della sua cultura a preservare il passato, sia che siano paesaggi che come costumi e tradizioni.
Il catalogo tra l’altro è introdotto da presentazioni e prefazioni di Antonio Martinelli, il diario di viaggio di William Daniell, una breve analisi sui Daniell come artisti e viaggiatori e sulla eredità dell’India post coloniale.
Le immagini nel catalogo sono organizzate con una sequenza geografica che corrisponde approssimativamente all’itinerario dei Daniell e le acquetinte rappresentano soltanto una parte dell’intera collezione Oriental Scenery.
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