Comincio la mia recensione ringraziando Samuele e i suoi preziosi suggerimenti. Siamo partiti in tre amici, io in singola e loro in doppia.
L’organizzazione del viaggio è stata perfetta, l’agenzia indiana ci ha seguito in ogni tappa o mandando un rappresentante ad accoglierci nei vari alberghi o contattandoci telefonicamente per sentire come stavamo e se ci fossero problemi.
L’autista è stato sempre disponibilissimo e ci ha anche accontentati facendo qualche piccola deviazione dal nostro programma. Ci ha sorpreso ogni mattina facendoci trovare un’auto talmente linda che era imbarazzante salirci con le nostre scarpe non sempre pulite per la pioggia.
Non abbiamo richiesto la guida in ogni città e comunque quelle che abbiamo avuto erano competenti. C’è un po’ la tendenza a portare i clienti nei negozi degli amici, ma anche questo fa parte dell’esperienza di viaggio.
Certo l’estate non è il periodo migliore per viaggiare, coi monsoni si rischia ma tutto sommato siamo stati fortunati. Ha fatto sempre caldo e la pioggia è stata clemente.
Passando al viaggio devo confessare che tutti e tre ci siamo innamorati del Tamil e della sua cultura. Nei templi indù, mentre i “sacerdoti” non sempre si sono mostrati gentili e spesso solo interessati a ricevere un obolo, fosse per una preghiera o per una foto, beh i pellegrini sono stati tutti accoglienti, disponibili, curiosi. Abbiamo ricevuto e dispensato sorrisi ovunque.
In Tamil siamo partiti da Chennai percorrendo le tappe classiche fino a Madurai, fermandoci ogni tanto anche due notti ed è stato un bene. Consiglio a Madurai, se possibile, l’esperienza serale della processione guidata da toro e elefante e seguita da un carro trascinato da donne e spinto dalla folla. Non si può fotografare, ma rimane impresso nella mente.
E’ un viaggio ovviamente lungo, le strade sono tutte in buono stato, ma la velocità media, tra motorini, carri, bus, camion, vacche e pedoni raramente supera i 40 km orari. Però non ci è mai pesato, ci sono tante cose da vedere anche negli spostamenti.
Gli alberghi sono stati tutti all’altezza, quasi sempre con piscina, e spesso al di sopra delle nostre aspettative. L’unico un po’ anonimo è stato a Trichy, ma Samuele ci ha spiegato che non ci sono valide alternative. Mentre posso decantare l’alloggio nella cittadina vicino a Chettinad dove abbiamo gustato la migliore cena di tutto il viaggio.
Una volta passati in Kerala il paesaggio cambia, verde ovunque, templi, chiese e moschee si susseguono, le piantagioni di tè a Munnar sono uno spettacolo, certo ci sono tanti turisti, anche indiani, ma vale la pena. Qui sarebbe utile organizzarsi in anticipo per una visita alle piantagioni altrimenti sul posto è un po’ difficile trovare la guida o il tempo per farla.
Da Cochin siamo passati ad Allepey dove abbiamo preso una houseboat e abbiamo fatto trascorso una notte sulle backwaters. Se avessimo potuto avremmo prolungato la navigazione fino a Kollam.
Abbiamo acquistato granchi e scampi giganti lungo i canali e i cuochi ci li hanno preparati per cena. Con nostra sorpresa abbiamo trovato una basilica e una forte comunità cattolica.
L’autista ci ha portato fino a Kovalam dove abbiamo alloggiato per tre giorni da una conoscente canadese, e anche qui l’agenzia indiana aveva mandato un suo uomo a controllare che l’alloggio fosse adeguato, insomma ci hanno seguiti anche oltre il loro dovere e infine ci hanno mandato un autista per portarci all’aeroporto.
Insomma tutto da e oltre programma. Non consiglierei le cliniche ayurvediche, che mi son sembrati luoghi creati appositamente per noi occidentali, meglio informarsi su ashram più genuini.
E’ stato un viaggio che non dimenticheremo.
Grazie ancora Samuele
Emmanuela, Silvana e Aldo
m.e.sanavia@gmail.com
Tempio Sri Ranganathswamy a Srirangam, Trichy. Foto di Emmanuela Sanavia
Donne che raccolgono foglie di tè a Munnar. Foto di Emmanuela Sanavia
Tramonto a Cochin, con le caratteristiche reti da pesca cinesi. Foto di Emmanuela Sanavia
Kathakali, teatro danza del Kerala. Foto di Emmanuela Sanavia
Bambina nel tempo di Kanchipuram. Foto di Emmanuela Sanavia
Scorci unici tra le backwaters del Kerala. Foto di Emmanuela Sanavia