“La mia India. Pensieri in viaggio” di Paola Pedrini
Polaris, editore
Il libro della collana “per le vie del mondo” è una insolita guida fatta di pensieri, emozioni, esperienze e fotografie dell’India vista e vissuta da Paola Pedrini.
Questo libro è il frutto di due viaggi compiuti dall’autrice: un primo viaggio nel nord toccando le classiche mete di Delhi, Agra, Rajasthan, Khajuraho, Varanasi, Ahmedabad e un secondo viaggio nel sud un po’ più disordinato che tocca un po’ di Karnataka e poi Tamil Nadu e Kerala.
Se il primo viaggio nel nord risulta più turistico e più simile al racconto o a delle annotazioni di viaggio, nel secondo viaggio nel sud dell’India l’autrice prende più coraggio e si tuffa appieno nella realtà indiana interagendo al meglio con la popolazione locale.
“L’India è come un pugno nello stomaco. In India il tempo scompare e sfumano orari, programmi, appuntamenti. In India si devono tenere aperte le porte, le strade e la mente. In India si impara ad avere pazienza, a fare le code, ad aspettare. L’India puzza di piscio e di merda e profuma di cibo, di fiori e di incenso. L’India è religione, riti e celebrazioni. L’India è morte. L’India è sole, acqua e feste. L’India ti avvolge nei suoi sari colorati come farfalle e ti accompagna per le strade a vedere la gente che muore di fame. In India una vacca vale di più di un uomo ma un bambino vale più di una vacca. Tutto ciò che succede è vero, ma è vero anche il suo contrario. L’India è un elastico, da una parte all’altra fino al limite, sempre con il rischio che si rompa. L’India è un viaggio nel tempo, la danza della vita nel passato di chi qua approda che si illuminerà all’improvviso di fronte al sorriso di un bambino.”
Il ritratto che ne esce è un’India emotiva, sincera, genuina ma anche drammatica e straziante e anche le frasi e il linguaggio sono a volte forti. Mai banale, schietta e sincera non aspettatevi un’India per forza bella, colorata come spesso si è abituati a vedere nelle brochure da viaggio o nei filmati televisivi, ma certamente sentirete l’amore di Paola per questa terra e di come questa terra e soprattutto di come gli indiani hanno conquistato Paola.
Si parla e si commentano gesta, sguardi, aspetti della quotidianità indiana che spesso nella frenesia del viaggio non vengono notati, e ancora si parla dell’India religiosa, spirituale e delle sue contraddizioni che toccano la nostra sensibilità. La parte più riuscita è a mio avviso la seconda, dove l’autrice si lascia andare e vive al meglio l’India, lasciandosi condurre e gustando in prima persona costumi, aspetti e la naturale pace che proprio questa parte dell’India più delle altre riesce a trasmettere.
“Mi sveglio sotto una pioggia leggera, facciamo colazione con puri e un chai in un ristorante con un enorme salone pieno di famiglie che indossano i loro abiti e gioielli minori. Il ristorante ha una vetrina piena di dolci zuccherosi e burrosi, acquistiamo biscotti secchi, sfoglie e ladoo e partiamo per Cochin.”
Per chi legge il libro dopo un viaggio in India sarà un dolce deja vu, ma anche la possibilità di rivedere l’India sotto occhi diversi, scoprire aspetti e curiosità che magari erano sfuggiti durante la propria personale esperienza di viaggio.
Per chi invece si accinge ad affrontare il primo viaggio in India, il libro di Paola Pedrini è certamente una piacevole e utile lettura su questo mondo. Anche il formato da viaggio – poco più grande di una moleskine -rende il libro un piacevole compagno di viaggio che può accompagnare il viaggiatore durante uno dei tanti trasferimenti che certamente dovrà affrontare per visitare l’India.
Paola Pedrini è una giornalista, viaggiatrice, da qualche anno operatrice in progetti umanitari che la stanno portando in giro per il mondo, soprattutto Terzo Mondo. Queste esperienze umanitarie con annesso riflessioni e approfondimenti sono raccontate in tre libri editi dalla stessa Polaris “Gli angeli di Calcutta. Sguardi sulla città e sul volontariato” del 2012, “Le mamme di tutti i bambini e altre storie del Kenya” del 2014, e “Quando la fede si fa azione. In Kenya con un sogno che è diventato realtà” del 2015
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