Ladakh – Il Gompa di Phyang
Il monastero o gompa di Phyang sorge una rupe che domina l’omonimo villaggio. Il monastero si raggiunge tramite una strada che attraversa le lande pianeggianti, ma ben presto compaiono gli edifici rossi e bianchi simili a castelli caratteristici del gompa di Phyang, arroccato su una collinetta rocciosa. Situato nel villaggio di Phiang appartiene alla scuola Kangyupa dell’ordine dei berettini rossi del buddismo
Il nome locale del monastero di Phyang è “gangon tashi chodzong” e deriva da Gang Ngonpo che significa montagna blu, riferendosi alla collina dietro il monastero. Il gompa di Phyang scritto anche Phiyang risale al XVI secolo, quando il missionario tibetano Chosje Danma Kunga (Guru Tragspa) fu invitato dal re del Ladakh, Tashi Namgyal, a fondare un monastero. Il missionario apparteneva al sottordine Dringung-pa della setta Kagyupa e Phyang sarebbe stato il primo gompa di quella scuola nel Ladakh. Si dice che il re Tashi Namgyal desiderasse ardentemente il monastero per espiare il terribile crimine che aveva commesso, accecando ed espellendo il fratello maggiore, per ottenere il trono. Un altro racconto attribuisce il monastero al nipote di Tashi Namgyal, il re Jamyang Namgyal. Attualmente, il gompa ospita normalmente circa 40 lama.
Ogni anno tra giugno e luglio si tiene l’annuale festival del monastero chiamato Tse-dup.
Struttura/architettura
Il gompa è composto da due edifici: un alto blocco occidentale a tre piani con un quadrilatero al centro e un blocco orientale a un piano, costruito su un livello leggermente più basso. L’ingresso principale del gompa è da nord, su una rampa di scale che vi porta dalla strada a un punto tra i due blocchi.
Il blocco orientale ha due templi: il gonkhang e la sala delle assemblee tsogkhang. Il portico d’ingresso del tsogkhang ha dipinti sulle pareti e all’interno, la sala a colonne è adornata con bellissimi thangka, appesi al soffitto, e squisiti dipinti murali. In cima alla navata centrale, allineato con file parallele di sedili per i monaci, si trova il trono di Skyoba Jinten Sumgon che fondò la scuola Drigungpa oltre 850 anni fa. Una sua statua adorna l’altare appena oltre il trono, che custodisce anche altre immagini molto impressionanti: un bellissimo Amitayus, il Buddha della Longevità, alla destra di Skyoba Jinten Sumgon, seguito da Vajrasattva (che tiene il vajra nella mano destra), uno dei Buddha primordiali. Un Avalokitesvavara a undici teste è sulla sinistra, ma è la serie di immagini dietro una teca di vetro sulla destra che colpisce di più i visitatori. Con un lucernario posteriore che illumina le statue da dietro, il recinto di vetro sembra una vera e propria dimora di esseri celestiali. Amitabha, il Buddha della Luce Infinita, è l’immagine più grande nel recinto; altre rappresentate includono Maitreya (all’estrema destra), Jigten Sumgon (cappello rosso), Vairochana e Sakyamuni Buddha (all’estrema sinistra). Alcune delle statue in bronzo sono state apparentemente realizzate da artigiani del Kashmir almeno 700 anni fa. Uno dei più grandi tesori dello tsogkhang è un gigantesco thangka alto cinque piani che viene srotolato e appeso alla terrazza del gompa solo durante il festival annuale.
Il gonkhang occupa l’altra estremità del blocco orientale, condividendo una parete posteriore comune con lo tsogkhang. Non è la solita camera oscura e proibitiva, questo santuario delle divinità protettrici è ben illuminato e ha un’immagine di Mahakala che non è troppo grande o terrificante. Solo due delle sue braccia si estendono oltre i veli; un’immagine velata a sinistra di Mahakala è di Abchi Choski Dolma, la principale divinità protettrice del monastero. Maschere spaventose e diversi animali imbalsamati, tra cui uccelli e antilopi, pendono dai pilastri di legno mentre bellissimi murales riempiono le pareti: sono ritratte varie manifestazioni di Mahakala e altre divinità feroci come Kalachakra (parete sinistra) oltre a Sakyamuni Buddha e Milarepa, il santo poeta che aiutò a fondare l’ordine Kagyupa.
Si accede al blocco occidentale del monastero attraverso uno stretto passaggio e delle scale che conducono al piccolo quadrilatero centrale. Dei gradini conducono al primo piano dove, sulla destra (nord), il primo santuario è il Padma Gyalpo-Khang. Padma Gyalpo o re del loto, è una manifestazione di Padmasambhava (guru Rinpoche), e la cappella è dedicata a lui. Illuminato da un’ampia finestra, il santuario, oltre a Padma Gyalpo, ospita anche diverse altre piccole e bellissime immagini; sulle pareti superiori, ci sono alcuni squisiti murales.
La camera successiva, Dorje Chang Lhakhang, è molto più grande. L’altare qui non ha immagini sopra: le icone, poste in teche di vetro, abbelliscono le pareti laterali. Sulla parete destra ci sono statue di Avalokiteswara, Skyoba Jigten Sumgon, Sakyamuni Buddha, Guru Tragspa (fondatore del monastero) e Atisa, lo studioso buddista indiano del X secolo che fu invitato in Tibet. L’immagine più importante sulla parete sinistra è un Dorje Chang (Vajradhara), il Buddha primordiale, a cui è dedicato lo Shirne.
Proprio accanto a Dorje Chang Lhakhang c’è il Kangyur-Khang, la biblioteca dove sono conservati i testi scritturali, impilati in file di caselle. Annessa alla biblioteca c’è una piccola cappella dove si trova, in un angolo, un bellissimo Avalokiteswara con cinque teste; sono inoltre custoditi diversi lama Kangyupa.
Sul lato occidentale del quadrilatero si trova il Dukhang Sarwa, la seconda sala delle assemblee del gompa. Raggiungibile tramite scale, è ora chiusa a causa di danni strutturali (alcune delle sue immagini sono state rimosse e trasferite nel Kangyur-Khang e in altre stanze), ma dal suo portico si può accedere a una piccola cappella laterale, l’Abchi-Khang, dedicata alla divinità protettrice della sottosetta Drigungpa, Abchi Chosku Dolma. La sua immagine è tenuta velata, ma è raffigurata sui murales, con tre occhi, mentre cavalca un cavallo blu tra le nuvole. Abchi (scritto anche Aphyi), è una dakini o semi-dea che si pensa abbia assunto forma fisica come consorte di uno yogi il cui figlio fondò la stirpe Drigung.
Non lontano dal Phyang Gompa, sul pendio roccioso, sorge il Guru Lhakhang, un antico tempio di Padmasambhava recentemente restaurato (anche se non in modo soddisfacente); vi sono alcuni antichi affreschi che raffigurano un Avalokiteswara a undici teste, il Buddha della medicina, Tara Verde e Vajradhara, tra le altre divinità.
Info per la visita
Il gompa di Phyang è raggiungibile tramite una strada lunga 4 km che si dirama dalla statale NH1D, la Srinagar Highway, a circa 13 km da Leh.
La soluzione più rapida per raggiungere il Phyang è volare da Delhi a Leh capoluogo del Ladakh a 3.500 metri, da qui con un’auto privata o taxi si percorrano i 13 km che separano il monastero da Leh. C’è anche un autobus giornaliero che copre questa tratta. Di solito la visita al monastero avviene assieme ad altri gompa che si trovano nei dintorni di Leh.
Nel villaggio non ci sono sistemazioni e suggeriamo per comodità di pernottare nella vicina a Leh.
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