“Senza mai arrivare in cima” di Paolo Cognetti
Giulio Einaudi editore
Senza mai arrivare in cima, sottotitolo Viaggio in Himalaya è un taccuino di viaggio di Paolo Cognetti, una raccolta di pensieri, impressioni e incontri dopo aver compiuto un trekking a piedi in una terra lontana, bellissima e inaccessibile quale è l’area del Dolpo in Nepal.
Il Dolpo è una remota e selvaggia regione del Nepal al confine del Tibet. Una regione caratterizzata da panorami mozzafiato, alti passi di montagna, si è costantemente sopra i 3.000 metri ma i passi di montagna superano i 5.000 metri. Anche per queste ragioni l’area è scarsamente abitata, la vita è molto dura e difficile nei remoti isolati villaggi rimasti che per secoli hanno vissuto del commercio del sale che trasportavano dalle vette himalayane a valle attraverso carovane di yak che percorrevano l’antica “via del sale”.
Il confine tra Nepal e Tibet era da qualche parte sotto i miei occhi: tra file di cime brune, levigate, sabbiose, versanti di erbe giallastre e macchie di arbusti di un rosso spento, rare nevi. Le nevi formavano cupole sospese su quelle altissime colline aride, oltre i seimila metri. Nei valloni luccicavano i letti ghiacciati dei torrenti e linee di sabbia risalivano i pendii fino ai crinali: le piste del bestiame. Capii, dopo giorni di cammino, che da lì cominciava un viaggio del tutto nuovo.
Paolo Cognetti ha camminato in una carovana composta da guida, addetti al campo, una decina di escursionisti arrivati dalle Alpi e muli per un viaggio di circa tre settimane percorrendo questo suggestivo percorso di trekking.
Il libro è un taccuino di viaggio, anche nel formato della prima edizione di stampa 12×18 cm integrata con disegni dell’autore e da due illustrazioni di Nicola Magrin. Il libricino un centinaio di pagine non è un diario di viaggio, con un dettagliato resoconto delle tappe, percorsi, incontri, episodi quotidiani e quant’altro, piuttosto una raccolta di pensieri, soprattutto dialoghi di Paolo Cognetti con la natura che lo circonda.
Sono riflessioni per lo più solitarie anche se a volte fanno capolino i due amici Remigio e Nicola e la cagnolina randagia Kanjiroba o Kanji.
È un racconto che richiama i luoghi di montagna, la purezza e la freschezza dell’aria, lo sforzo della fatica del respiro che ti porta a fermarti ogni dieci venti passi attorno a montagne ferme lì da millenni. Chi ci è stato si ritroverà e chi non li ha mai visti li sentirà e troverà vicini.
Ero partito bene, mi sentivo in forze e pure di buon umore, ma verso i cinquemila metri il demone tornò a tormentarmi. Sul pendio le mie gambe cominciavano a perdere colpi: ogni passo mi costava uno sforzo di volontà e ogni quattro o cinque passi dovevo fare una sosta per prendere fiato, soltanto che, chino a terra in cerca d’aria, mi sembrava di boccheggiare nel vuoto.
La prosa è profonda e intensa, i dialoghi sono ridotti al minimo all’essenziale e i silenzi e gli sguardi parlano più di tante parole come la montagna ha insegnato e ha trasmesso agli uomini di montagna.
Il vecchio annuì. Mi tastò la barba folta da montanaro d’Occidente e accarezzò la sua che era rada, da montanaro d’Oriente, e scosse la testa come a dire che era lui il vecchio, a lui spettava la barba più bella.
Be’, mi dispiace, pensai. Gli avrei dato collirio, rupie, cioccolato, quel che voleva , ma mai la mia barba in cambio della sua.
Paolo Cognetti è nato a Milano ma si divide tra la città e la sua baita in montagna. Ha studiato matematica per poi diplomarsi e dedicarsi al cinema. Ha lavorato nel cinema indipendente come autore di documentari, sceneggiatore e montatore di cortometraggi.
È arrivato alla scrittura in un secondo tempo è il suo esordio come narratore è del 2003 con il racconto Fare Ordine. Sono seguiti altri racconti pubblicati in Manuale per ragazze di successo del 2004, Una cosa piccola che sta per esplodere del 2007 e Sofia si veste sempre di nero del 2012 anche in questo caso racconti che hanno per protagonista la dolce e irrequieta Sofia.
Nel 2013 esce il romanzo Il nuotatore e nel 2016 Le otto montagne vincitore del Premio Strega romanzo sull’amicizia e sulla montagna.
L’attaccamento e il legame con la montagna ha prodotto anche saggi come Il ragazzo selvatico. Quaderno di montagna.
Da quando ha deciso di fare lo scrittore ama la letteratura americana soprattutto Raymond Carver, Alice Munro e J.D. Salinger che l’hanno portato a scrivere alcuni saggi sull’America come il documentario New York è una finestra senza tende , Tutte le mie preghiere guardano verso ovest e il saggio sulla scrittura A pesca nelle pozze più profonde. Meditazioni sull’arte di scrivere racconti.
Il suo blog è paolocognetti.blogspot.it
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[…] Dato il periodo monsonico Samuele ci aveva giustamente suggerito di rimanere nella valle di Kathmandu. Il tempo è stato prevalentemente bello ma era sufficiente un acquazzone di mezz’ora per allagare strade (anche in città) e far franare fango e detriti dalle pareti delle montagne. Sfortunatamente non siamo riusciti a vedere le vette dell’Himalaya, nemmeno dai bellissimi hotel panoramici di Dhulikhel e Nagarkot ma, come scritto da Paolo Cognetti in “Senza mai arrivare in cima”: […]
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