“Sir – Cenerentola a Mumbai “ di Rohena Gera
Su Raiplay potete trovare e vedere questo film indiano del 2018 della sceneggiatrice e regista di documentari indiana Rohena Gera che fa qui il suo debutto nel lungometraggio di finzione.
Il titolo originale è Sir (Monsieur) reso nella traduzione italiana con il titolo di Sir – Cenerentola a Mumbai un titolo da fiaba moderna, una scelta discutibile che non rende onore al film. Se il titolo italiano pone molta enfasi sull’aspetto fiabesco del film con la storia sentimentale di una serva che si innamora di una ricca persona di rango superiore, sullo sfondo il film fa un grazioso e realistico ritratto del contesto sociale, che ben descrive l’India moderna piena di contraddizioni e contrasti, tra passato e presente, tradizione e globalizzazione.
Il film pur con il suo carattere sentimentale e romantico è un dramma attento con un buon ritmo, bello e piacevole da vedere.
Per chi non fosse mai stato in India camerieri, autisti e in generale le persone di servizio ma anche i commessi nei negozi si riferiscono al prossimo quasi sempre con il termine Sir se riferito agli uomini e Madame se riferito alle donne, giusto per spiegare il significato del titolo nel contesto indiano.
Trama
Siamo a Mumbai la grande metropoli indiana di grattacieli ma anche di case popolari. Il film narra la storia della giovane vedova Ratna (Tillotama Shome) che lavora come domestica per Ashwin (Vivek Gomber), architetto scapolo affascinante erede di una ricca famiglia.
Pur con le necessarie distinzioni e situazioni sono entrambi insoddisfatti dei loro ruoli: lei desidera diventare una stilista, mentre lui una volta era un felice scrittore freelance e aspirante romanziere a New York che a seguito di un lutto familiare è dovuto rientrare in India. Nonostante Ashwin possieda tutto e apparentemente conduca una vita perfetta, guarda con diffidenza al futuro, e questo è perfettamente in contrasto con Ratna, che non ha nient’altro che una grande quantità di speranza e determinazione per il raggiungimento di prospettive migliori, e per realizzare i suoi sogni è pronta a lottare con la caparbietà che la caratterizza.
Tra i due certamente la protagonista principale è senza dubbio Ratna, una ragazza di un villaggio che sfida il patriarcato per stare in città da sola, lavorare mantenersi e mandare i soldi al villaggio per l’istruzione della sorella minore. È piena di volontà, coraggiosa, ardita. Ratna era stata data in sposa dai suoi genitori a 19 anni con un uomo che sarebbe morto mesi dopo. Secondo le usanze del villaggio, la sua vita dovrebbe essere spesa in lutto, invece si rimette in gioco e accetta un lavoro in città, sfugge al controllo del villaggio e con il suo stipendio paga l’istruzione della sua sorellina in modo che quest’ultima non soccomba a un destino simile, mentre lei a Mumbai frequenta un corso di cucito per coltivare il suo sogno di diventare stilista.
Ashwin è un bravo ragazzo che rispetta Ratna, che impara ad apprezzare le qualità e il coraggio di Ratna fino a proteggerla dalle critiche sprezzanti di qualche suo amico privilegiato e aiutandola a coltivare i suoi sogni.
Come sempre accade nelle favole i due mondi così opposti e lontani tra loro sono destinati non solo a incontrarsi, ma a scatenare sentimenti inaspettati. La storia tra i due si svolge in maniera tenera evitando ogni cliché o scene troppo sdolcinate. Malgrado la crescente sintonia tra i due Ratna rimane umile, cauta e guardinga soprattutto in relazione alla differenza sociale che lo separa da Ashwin e del suo affetto.
A parte l’aspetto romanzato della storia, il film descrive bene alcune problematiche tipiche della società e cultura indiana. Si parla delle donne indiane, della loro condizione sociale, della loro vedovanza e della bassa considerazione che godono all’interno della società. Si parla delle caste e dei contrastanti rapporti tra persone appartenenti a ranghi diversi ed infine di come la cultura occidentale soprattutto quella di consumismo stia entrando prepotentemente nella società indiana.
La regista con il suo passato da documentarista interpreta molto bene i tempi moderni dell’India, rappresentando e mettendo in scena contrasti e questioni critiche della società indiana: la povertà, le gerarchie sociali, le differenze economiche.
Nel ritratto dell’India di oggi in special modo di Mumbai molto belle sono le scene che documentano i festeggiamenti del Ganesh Chaturthi che celebra la nascita di Ganesh – il dio dalla testa di elefante – , festività particolarmente sentita e festeggiata a Mumbai con danze caroselli e immersioni in acqua.
Premi e riconoscimenti
Il film è stato premiato alla settimana della critica di Cannes 2018 e assieme alla regista e sceneggiatrice Roena Gera hanno ricevuto riconoscimenti e menzioni nei numerosi festival dove hanno concorso, tra cui l’Indian Film Festival di New York, l’Indian Film Festival di Birmingham e ancora in Germania e nei Paesi Bassi.
L’attrice Tillotama Shome che interpreta Ratna è stata molto apprezzata e ha ricevuto premi e menzioni per la sua interpretazione.
Il film è uscito nelle sale europee nel 2018 e solo nell’autunno del 2020 è uscito nelle sale indiane.
Roena Gera
Roena Gera è nata a Pune nel 1973, ha studiato alla Stanford University e Sarah Lawrence negli Stati Uniti ed è sceneggiatrice, regista e documentarista.
Ha lavorato come sceneggiatrice per il cinema indiano e per una serie televisiva drammatica indiana, è stata impegnata in campagne senza scopo di lucro che promuovono la pace e l’uguaglianza. Nel 2013, Rohena Gera ha scritto e diretto il suo primo documentario What’s Love Got to Do with It?
Durante il Festival di Cannes 2018, nella selezione di La Semaine de la Critique ha presentato il suo film Sir (Monsieur).
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