Nepal – Il Tempio di Pashupatinath dedicato a Shiva
Il più importante tempio indù del Nepal è il Tempio di Pashupatinath che sorge a Pashupati a 3 chilometri a nord ovest di Kathmandu sulla riva destra del fiume Bagmati. Il tempio è uno dei 8 siti patrimonio dell’UNESCO della valle di Kathmandu. È anche un sito di cremazione dove vengono eseguiti gli ultimi riti degli indù, ma è anche esempio luminoso di armonia fra fedi diverse, simbolo di tolleranza perfetta per tutte le comunità religiose, è uno dei templi più sacri al mondo, venerato da induisti e buddhisti.
L’area del Tempio di Pashupatinath comprende anche Deupatan, Jaya Bageshori, Gaurighat (Bagno santo), Kutumbahal, Gaushala, Pingalasthan e Sleshmantak. Occupa una vasta area costellata di templi antichi, monasteri, stupa, eremi e monumenti importanti sia dal punto di vista archeologico che architettonico, e si contano 492 templi, 15 Shivalaya (santuari di Shiva) e 12 Jyotirlinga (linga che rappresentano Shiva) da visitare ed esplorare.
Il tempio è circondato dal trambusto delle bancarelle che vendono oggetti religiosi, e a prima vista Pashupatinath non ha quell’aspetto sacro che uno potrebbe immaginarsi. L’accesso al tempio principale è riservato ai soli induisti, ma l’insieme di santuari shivaiti, lingam, ghat e comunque molto affascinante e pittoresco anche per i numerosi sadhu (molti di questi sono finti sadhu, travestiti) che cercheranno di farsi fotografare con voi e spillarvi qualche soldo. Molto suggestive anche se forti sono la visione delle cremazioni sulle rive dei ghat del Bagmati.
Questo fa del Tempio di Pashupati, nath sta per tempio un luogo cardine della spiritualità indù. Altrove in Nepal Shiva è adorato nella terribile forma di Bhairab – quello che distrugge – ma a Pashupati Shiva è celebrato come il pacifico signore degli animali.
Origine, leggende e storia del Tempio di Pashupatinath
Pashupati “il signore dei greggi” è uno degli appellativi con cui gli induisti identificano Shiva, Dio tra gli Dei, Signore di tutti gli esseri viventi, fonte di ogni beatitudine e di eterna pace. Secondo le sacre scritture, Shiva e la sposa Parvati trascorrevano gioiosamente il loro tempo in una grande foresta. Preoccupati per la lunga assenza gli altri dei partirono alla ricerca di Shiva finché lo sorpresero tra i cespugli sotto le sembianze di un giovane daino dal corno lucente. Con grande fatica riuscirono ad afferrarlo per il corno, che si spezzò in tre pezzi. Il primo pezzo schizzò in cielo, il secondo sprofondò nelle viscere della terra ed il terzo rimase stretto nelle loro mani e fu portato altrove. Poi lo seppellirono sotto un tumulo di terra. Molto tempo passò e la scheggia ossea risorse da quel monticello, intraprese un lungo volo e infine si posò esattamente dove oggi sorge il suo simbolo fallico all’interno del tempio di Pashupatinath. Si racconta che una mucca fosse solita irrorare con il suo latte il luogo dove era caduto quel pezzo di corno. Il pastore presto scoprì la causa della scarsa produzione di latte del suo animale. Così un giorno assieme ad altre persone si recò sul posto, cominciò a scavare e trovò con grande meraviglia un fiammeggiante fallo. Incapaci di sostenere tale splendore frettolosamente lo ricoprirono di terra e vi posero sopra un linga, un “segnale” in sanscrito.
Non si sa molto sulle origini del tempio in se. Si può ipotizzare che agli inizi fosse una semplice struttura in pietra, modificata poi molte volte nel corso del tempo. Si dice che il sito sia esistito fin dall’inizio del millennio, quando è stato scoperto un lingua di Shiva. Sappiamo che tale struttura fu provvista di un tetto dorato dal re Shiva Deva III nel XII secolo e che due secoli dopo raggiunse la forma attuale ad opera della dinastia Malla. Il tempio attuale a forma di pagoda fu eretto nuovamente nel XVII secolo dal re Malla Bhupendra dopo che il precedente edificio era stato consumato dalle termiti. Oggi l’intero complesso è sotto la tutela di una Fondazione (PADT) che provvede alla sua cura e manutenzione. Se aggiungiamo anche il fatto che tutta l’area è sotto il patrocinio dell’UNESCO, possiamo capire quale importanza abbia questo museo a cielo aperto, come è stato giustamente definito.
Architettura del Tempio di Pashupatinath
Il tempio ha la classica struttura a pagoda nepalese a due piani, con una copertura dorata. Possiede quattro entrate e i portoni di accesso sono argentati e decorati. La parte più sacra del santuario, accessibile sono agli induisti, custodisce un lingam di Shiva alto circa un metro detto Chaturmukha, con cinque facce rappresentanti le immagini di Vishnu, Surya, Devi e Ganesh, una per ogni direzione cardinale più una quinta nella parte superiore del lingam.
Il tempio come detto sorge sul fiume Bagmati, fiume sacro per eccellenza, può essere paragonato al grande e più famoso fiume Gange e Pashupati può essere intesa come l’equivalente nepalese di Varanasi. I fedeli si accalcano sui ghat sulle sue rive per le loro abluzioni, per chiedere benevolenze agli dei ed implorare la guarigione per i malati. I morti vengono deposti su delle piattaforme per la cremazione ed il cerimoniale prevede riti diversi a seconda della casta sociale di appartenenza del defunto. Una vivace colonia di scimmie compie le sue giocose evoluzioni su cornicioni, travature ed archi attirando la curiosità della gente.
A nord dei ghat ci sono delle grotte usate in epoca medioevale come rifugio degli Yogi.
Negli anni innumerevoli templi minori sono stati eretti intorno al tempio. Nelle immediate vicinanze si trovano il Bachhareshwari Temple un piccolo tempio del VI secolo decorato con scene tantriche, erotiche e scheletri; il Ram Temple con i suoi elaborati affreschi dove i saddhu si ritrovano durante la festa di Maha Shivaratri, il piccolo Raj Rajeshwari Temple più altri piccoli templi dedicati a Shiva. Poco più lontano si trova il Vishwarup Temple caratteristico per la sua cupola moghul a forma di cipolla. A fianco si trova il Gorakhnath Temple dedicato allo yogi che nell’XI secolo fondò la tradizione monastica shivaita e inventò lo Hatha yoga.
Uscendo dalla foresta si arriva al Guhyeshwari Temple a forma di cortile costruito da re Pratap Malla nel 1653 e dedicato a Sata Devi (Parvati, la moglie di Shiva) nella sua terribile manifestazione di Kali.
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