“Viaggio in India in groppa al mio elefante” di Mark Shand
Uscito in Italia nel 1995 con il titolo “Viaggio in India con il mio elefante“, da Robin Edizioni, è adesso pubblicato da Neri Pozza con il titolo di “Viaggio in India in groppa al mio elefante” più vicino al titolo originale “Travels on my elephant”.
Il libro racconta la storia delle avventure di un uomo con un elefante. Non c’è modo migliore di vedere e conoscere l’India che sul dorso di un elefante, che è esattamente quello che ha fatto l’autore Mark Shand.
Nel 1988 Mark Shand dopo aver acquistato un elefante da un gruppo di mendicanti ha compiuto un viaggio di 800 chilometri sul dorso di un elefante di nome Tara da Konarak nell’Orissa al Sonepur Mela nel Bihar, il più grande mercato di elefanti in India.
Per la cronaca Mark Shand, esploratore, autore, conservatore, playboy semi-pensionato e fratello minore adorato di Camilla Parker Bowels, Duchessa di Cornovaglia, moglie del Principe Carlo d’Inghilterra.
A quarant’anni con l’aiuto di un nobile Maratha, Mark Shand compra un elefante di nome Tara e ha viaggiato per oltre seicento miglia attraverso l’India fino al Sonepur Mela di Bihar, il più antico mercato di elefanti del mondo. Da Bhim, un mahout alcolizzato, Shand impara a cavalcare e prendersi cura di lei. Dalla sua amica Aditya Patankar ha imparato le vie indiane. E con Tara, la sua nuova compagna, si innamorò. Con la sua dolce personalità e la sua predilezione per la malizia, come rubare i frutti dalle bancarelle dei venditori e sollevare i sarti delle prostitute, è la vera protagonista del viaggio.
Contemplare un elefante al bagno è di per sé una delizia, ma farci il bagno assieme o lavarlo sono esperienze a dir poco paradisiache. Quando raggiunsi il fiume Tara se ne stava lunga distesa, con in viso un’espressione beata. […] Di quando in quando la punta della proboscide affiorava in superficie come il periscopio di un sottomarino spruzzandoli scherzosamente d’acqua, per poi tornare ad immergersi in un gorgoglio di bolle iridescenti.
Il libro è la storia del loro epico viaggio attraverso l’India, dalle strade trafficate alle polverose strade secondarie dove le comunità sono rimaste immutate per millenni e adorano ancora l’elefante espressione delle divinità Ganesha (il dio dalla testa di elefante).
Il gruppo partecipa alle feste di paese, riceve l’ospitalità di principi e poliziotti, e Shand diventa così innamorato di Tara che condivide una sorsata di whisky e si mescolano le lacrime al suo assenso. È un racconto memorabile e commovente della trasformazione di Tara dal magro elefante del mendicante all’attrazione di stelle.
Presi delicatamente dalle sue mani la piantina e la osservai con reverenza. Ecco dunque ciò che andavo cercando con trepidazione da centinaia di chilometri. Ero un tantino deluso. Mi sarei aspettato qualcosa di più esotico, con questo verde germoglio senza vita che aveva l’aria di semplice gramigna. Ma non appena sfiorai le foglioline filiciformi con la punta delle dita ecco che la pianta prese vita, richiudendo rapidamente le sue foglie: “noli me tangere!!” Al settimo cielo, mi resi conto di avere nelle mie mani il potere: il potere che avrebbe soggiogato un elefante. Fu Bhim a interrompere le mie fantasticherie. «Raja-sahib. Ora noi avere mimosa. Ora fare “cerimonia di presa possesso”».
La “cerimonia della presa possesso”! Era il mio puja conclusivo. Il Puja che avrebbe fatto di me un mahaut.
Lungo questo viaggio per le terre indiane, l’autore descrive lo spaccato della vita indiana, dei suoi magnifici incontri, dell’accoglienza che riceveva dalla popolazione locale, parla di usanze, costumi e tradizioni, in un viaggio insolito fatto in maniera insolita. Percorrere l’India in maniera più lenta ma anche più dolce e seducente. Un viaggio che vede crescere il meraviglioso rapporto tra Shand e Tara, che segnerà nell’avvenire l’autore, ma anche un viaggio per conoscere un’India meno fotografica ma più vera.
Al termine del viaggio Tara verrà tenuta in una riserva di animali nell’India centrale presso il Kipling Camp a Kanha, dove ha trovata una dolce casa accogliente.
Il viaggio ha trasformato Shand da aristocratico playboy a conservatore di alto profilo. Shand ha appreso che gli elefanti hanno le loro emozioni, temperamento e intelligenza.
Fu a questo punto che Tara mi impartì la sua ultima lezione: gli elefanti piangono. Quando la baciai sugli occhi una sua calda lacrima salata scese a solcarmi la guancia.
Mark Shand assieme ad altri quattro ambientalisti, attraverso le loro esperienze individuali, hanno appreso che questi animali maestosi e belli stavano barcollando sull’orlo dell’estinzione e che il mondo occidentale consapevole della conservazione sembrava indifferente alla loro imminente tragedia.
L’associazione benefica di Shand sta lavorando con altri in India per mantenere le rotte migratorie degli elefanti attraverso foreste sempre più rarefatte. L’India ha perso il 95% del suo patrimonio forestale negli ultimi 50 o 60 anni. Secondo L’autore, all’interno di ciò che ne è rimasto, sono state mappate 80 rotte migratorie, o corridoi, che gli elefanti usano per trovare cibo. Potrebbero essere solo un quarto di un chilometro di larghezza, ma gli elefanti li hanno usati per migliaia di anni e non si allontaneranno da loro.
Bellissimo libro mi è capitato di leggerlo e mi ha fatto apprezzare ancor di più questa terra