Viaggio in Ladakh – La terra dei passi di montagna
Un viaggio in Ladakh non può che lasciare estasiati i visitatori. È difficile non rimanere affascinati dai suoi paesaggi, dall’austera bellezza del terreno, dalla sua immensità, dalle sue imponenti montagne e dal suo vuoto. Oppure immergersi nei suoi monasteri medievali e negli affascinanti villaggi simile ad un’oasi. Il Ladakh o “Piccolo Tibet“, come è stato a lungo chiamato, è più di una semplice estensione dell’altopiano tibetano fuori dal controllo cinese, è più montuoso infatti, il suo nome, deriva dalla frase tibetana la-dags significa “terra dei passi di montagna“.
Stretto tra il grande Himalaya e la sub catena montuosa del Karakorum, il Ladakh ha due sistemi principali: le montagne dello Zanskar e la catena del Ladakh – che lo attraversano. Non c’è da stupirsi che sia una terra di alti passi: un passo deve essere attraversato quasi ogni volta che si viaggia da una valle all’altra.
La valle più grande del Ladakh è ovviamente la valle dell’Indo che, emergendo dal Tibet occidentale il fiume attraversa la terra scorrendo tra le montagne tra il Ladakh e lo Zanskar, e la maggior parte degli insediamenti, inclusa la capitale Leh, giace nella sua valle.
Un tempo Leh e il Ladakh erano distretti dello stato Jammu and Kashmir, dal 2019 il Ladakh è diventato uno stato autonomo della federazione Indiana e Leh è ora la capitale dello stato e dell’omonimo distretto. Il Ladakh comprende anche il distretto separato di Kargil che include le regioni occidentali di Purig, Dras e Zanskar.
Purig, che comprende l’area di Kargil e la Valle del Suru e Dras sono in gran parte musulmani; lo Zanskar e tutto il distretto di Leh sono prevalentemente buddisti di scuola tibetana.
Il Ladakh è circa una volta e mezza la Svizzera, ma ha una popolazione totale di soli 250.000 abitanti, il che la rende la regione più scarsamente abitata dell’India.
È anche la zona più alta, più fredda e più secca del paese. Pochi insediamenti qui sono al di sotto dei 3000 m. e grazie all’altitudine l’inverno è lungo e aspro con temperature medie che a Leh che scendono a -15 °C a gennaio. Disteso al di là dell’Himalaya, il monsone, che bagna il subcontinente indiano tra giugno e settembre, penetra appena nel Ladakh e rende l’estate asciutta e mite. Le precipitazioni annuali qui raramente superano i 10 cm. D’inverno però nevica e le persone soddisfano il fabbisogno idrico dell’acqua dal disgelo dei ghiacciai.
Ladaki società e accenni storici
I ladaki sono persone amichevoli e con cui è facile interagire. Molte persone a Leh e in altri grandi insediamenti parlano inglese; la maggior parte conosce l’hindi. Una parola ladaki che i viaggiatori imparano presto è il saluto universale, “Julay!” che significa anche “Grazie”.
Dal punto di vista culturale, ovviamente, il Ladakh è in gran parte tibetano. La sua lingua, arte, architettura e religione sono tutte essenzialmente di origine tibetana. La maggior parte dei ladaki sono un mix razziale di popoli tibetani e indo-ariani, e la dinastia che governò la regione fino al 1834 (quando perse la sua indipendenza ai Dogra di Jammu) discendeva dalla famiglia tibetana.
Grazie alla sua lontananza, il Ladakh è stata una delle ultime culture sulla terra a entrare in contatto con gli occidentali; solo nel 1974 New Delhi ha aperto la regione ai turisti e infatti, fino a tempi molto recenti, l’avevano visitata pochissimi indiani al di fuori del Jammu e Kashmir.
Ma per secoli la regione è stata un importante snodo del commercio indiano con l’Asia centrale e il Tibet; carovane con merci si facevano strada attraverso gli alti passi da Yarkand (ora in Cina) a Leh e poi in Kashmir o Kulu. E di tanto in tanto, un europeo randagio arrivava nella regione. Il mercante portoghese Diego D’Almedia fu il primo di loro, in visita nel 1603. Quelli che lo seguirono in quel secolo erano tutti intrepidi missionari cristiani che stabilirono una missione a Tsaparang nel Tibet occidentale di Gu-ge. Uno di loro, Franciso De Azavedo in visita a Leh nel 1630, ha lasciato una descrizione di Sengge Namgyal, il grande re Ladaki del XVII secolo.
Ma fu dai diari del veterinario britannico William Moorcroft, che visitò il Ladakh all’inizio degli anni 1820, che il mondo ebbe una prima visione dettagliata della regione. Moorcroft incontrò lo studioso vagabondo ungherese Csoma de Koros vicino a Dras e lo incoraggiò a studiare la lingua e la religione tibetana. De Koros segui il suo consiglio e trascorse due anni nello Zanskar per il progetto ed è stato dal suo studio pionieristico che i misteri del buddismo tibetano sono stati rivelati per la prima volta.
Oggi, il Ladakh è la principale regione in cui la religione e la cultura tibetane esistono in libertà, non distrutte da uno stato repressivo; come il Tibet sotto la Cina, è solo qui che si può assaporare un vero assaggio di quella cultura. Non c’è da stupirsi, che il Ladakh sia una delle mete preferite dai viaggiatori.
Viaggio in Ladakh panoramica e info utili
Il periodo migliore per visitare il Ladakh è tra giugno e metà ottobre. Quando il resto del subcontinente indiano è inzuppato dal monsone, il tempo rimane in gran parte bello in questa regione oltre l’Himalaya. I passi di alta montagna sono quindi privi di neve e tutto il Ladakh e l’adiacente Zanskar sono accessibili.
È necessario un minimo di una settimana per rendere giustizia alle attrazioni e alle esperienze del Ladakh. Se si aggiunge un trekking o una visita nel remoto Zanskar e ad alcune delle altre aree remote, il tuo soggiorno in Ladakh potrebbe estendersi fino a tre settimane o più. A causa della sua alta quota, sopra i 3.000 m., è necessario acclimatarsi per evitare il mal di montagna e servono uno o due giorni, soprattutto se si arriva in aereo.
Se voli in Ladakh da Delhi, il tour inizia ovviamente da Leh. Ma si può arrivare anche via terra in Ladakh, ma solo tra giugno e ottobre quando gli alti passi di montagna sono sgombri di neve e transitabili. Ci sono due strade da brividi che portano a Leh: una da Srinagar nel Kashmir (434 km), l’altra da Manali (473 km) nell’Himachal Pradesh. Entrambi i luoghi sono di per sé straordinarie destinazioni himalayane, raggiungibili da lunghi viaggi panoramici dalle colline pedemontane. Ma i viaggi su strada verso Leh sono faticosi e servono almeno due giorni per coprire le tratte da entrambi i luoghi, attraversano la catena montuosa dell’Himalaya, percorrendo diversi passi di montagna, classificati tra i più grandi percorsi di montagna del mondo. Le montagne aspre e aride, scoscese e accidentate in alcuni punti, bagnate e spiegazzate in incredibili contorsioni, lasciano i viaggiatori con gli occhi spalancati mentre percorrono queste strade sconnesse. Lo scenario è ancora più apprezzato, se si va in bicicletta o in moto fino al Ladakh, un’opzione solo per viaggiatori avventurosi e preparati.
Oltre al suo meraviglioso terreno, le altre grandi attrazioni del Ladakh sono i gompa, monasteri buddisti medievali che punteggiano il paesaggio. Questi antichi palazzi di culto, dove i lama vestiti di ocra vivono una vita di pietà, sono i depositari della cultura Ladaki: i loro oscuri santuari, impreziositi da squisiti murales, ospitano bellissime statue di divinità e altri tesori d’arte. Molti sono costruiti come fortezza, in cima a colline piramidali, con quartieri residenziali per dozzine di lama.
La stessa Leh ha due grandi gompa dentro e intorno ad essa: lo storico monastero di Spitok vicino all’aeroporto e il più recente Sankar Gompa a nord della città. Ma l’attrazione principale di Leh è il suo imponente palazzo in rovina, il Leh Palace.
Ci sono due popolari escursioni di un giorno da Leh che portano i viaggiatori alla scoperta dei famosi gompa, attraversando terreni panoramici. Uno copre i gompa ad est, per lo più al largo della strada Leh-Manali: Thikse, Shey, Hemis, Stakna, Matho e forse Chemde e Thagthok. L’altro viaggio porta ai gompa a ovest di Leh, lungo la strada per Srinagar: Phyang, Basgo, Likir, Alchi, Rizong e Lamgayuru.
I gompa da vedere sono molti e molto belli e meritano più tempo, per questo suggeriamo di visitare i gompa in due giorni: due giorni per visitare i gompa ad est di Leh e altri due per i gompa ad ovest magari pernottando una notte ad Alchi, Lamayuru o ad Uleytokpo.
I festival annuali nei gompa sono tra i più grandi eventi culturali del Ladakh. Nei monasteri si celebrano questi festival buddhisti che attirano grandi folle di pellegrini, curiosi e viaggiatori, espressione del buddhismo tibetano che si caratterizzano per sofisticate danze collettivel cham, e spaventose maschere. Per lo più si svolgono durante i mesi invernali ma alcuni anche nei mesi estivi ad Hemis, Phyang, Lamayuru, Karsha, Stongde e Sani, dove si svolgono in estate.
Viaggio in Ladakh, destinazione natura e paesaggi
Le principali attrazioni del Ladakh sono i suoi paesaggi, montagne, valli e panoramici unici. Ci sono due laghi: il Pangong Tso al confine con il Tibet e il Tso Moriri a sud. L’escursione in jeep ai laghi Pangong e Tso-Moriri sono entrambe visite di due giorni, da Leh Pangong Tso dista circa 155 km, Tso Moriri 210 km. Tso Moriri è raggiungibile anche con il trekking.
I laghi sono spettacolari corpi idrici d’alta quota circondati da montagne, lungo tutto il percorso, lo scenario è drammatico. Normalmente si pernotta in campi tendati che vengono montati in primavera e che prima dell’inverno vengono dismessi anche se recentemente alcune strutture sono permanenti soprattutto a Tso Moriri nel vicino villaggio di Korzog. L’escursione a Tso Moriri può includere anche la visita del lago salato Tso Kar.
Allontanandosi da Leh, un’altra meta molto ‘affascinante è la valle di Nubra a nord di Leh. La strada per Nubra attraversa il Khardung–La, il valico di montagna tra più alti del mondo che sale fino a 5.359 m. La regione ha villaggi pittoreschi e tranquilli – Diskit, Hundar, Sumur, Panamik – ciascuno un’oasi in questo deserto di montagna. La strada da Diskit a Hundar costeggia un tratto di dune di sabbia dove incontrerai e potresti cavalcare cammelli battriani a due gobbe. Dal 2010 ai turisti è permesso di arrivare fino a Turtuk vicino al confine con il Pakistan (LoC).
Idea viaggio: Viaggio Ladakh: il piccolo Tibet tra buddhismo e natura
Viaggio nello Zanskar
La zona più lontana e isolata della regione del Ladakh è lo Zanskar, una vasta valle triangolare a sud che è tagliata fuori dal resto del mondo per quasi nove mesi l’anno, quando il passo Pensi La a 4.400 m., la sua unica porta motorizzata, è bloccato dalla neve. Zanskar è un posto incredibilmente bello così come i suoi gompa in cima alla scogliera, alcuni dei quali possono essere raggiunti solo con il trekking. Molti trekker entrano nello Zanskar, raggiungendo la città principale di Padum, da nord da Lamayuru e a sud da Darcha (145 km da Manali). Se il trekking è straordinario, il viaggio su strada non è meno emozionante. Partendo da Kargil, il punto a metà della strada Srinagar-Leh, la strada attraversa la bellissima valle di Suru, si attraversa il massiccio montuoso del Num Kum con alcune montagne che si spingono fino a 7.000 metri: il Nun a 7.135 m e il Kun Peak a 7.077. Si incontra poi l’isolato Rangdum Gompa, quindi sale il Pensi La con la sua spettacolare vista sul ghiacciaio Drang-Drung.
Normalmente occorrono tre giorni per raggiungere Padum da Leh (464 km) con soste a Kargil e Panikhar / Rangdum. E almeno due giorni interi per visitare la regione.
Idea viaggio: Viaggio Ladakh e Zanskar nella regione più isolata dell’Himalaya Indiano
Trekking e rafting in Ladakh
Ladakh e Zanskar offrono grandi possibilità di trekking. Tra gli itinerari più popolari ci sono il Marpha Valley (8-9 giorni), con inizio e fine a Leh; i trekking nello Zanskar: Lamayuru-Padum e Padum-Darcha (ciascuno di circa 10 giorni) e le rotte Lamayuru-Alchi e Likir-Temisgam (4-6 giorni). Si possono anche trovare trekking ed escursioni più corti e per trekker meno esperti.
Alcune delle vette del Ladakh, tra cui lo Stok Kangri (6123 m.), una delle più alte, possono essere scalate da escursionisti avventurosi ben attrezzati con esperienza alpinistica. Si noti tuttavia, che per tutte le vette superiori a 6.000 m. è necessario l’autorizzazione della Indian Mountaineerring Federation (che può richiedere sei mesi) e del pagamento di tariffe e permessi speciali, pratiche burocratiche che di solito possono essere delegate alle agenzie di viaggio.
Si può praticare del rafting nel tratto dell’Indo vicino a Leh, tra Spitok e Saspol, è un buon tratto; a monte fino a Karu la discesa è più facile mentre un tratto di acque bianche davvero difficile è il fiume Zanskar che si snoda attraverso strette gole.
Conclusioni
Il Ladakh è una località affascinante, mistica, con un paesaggio naturale unico ed emozionante, una gente accogliente e gentile, e un viaggio in Ladakh è esperienza unica da fare e da vivere non solo dagli amanti della montagna ma anche ai curiosi, viaggiatori alla ricerca di luoghi unici ed emozionanti.
Il viaggio in Ladakh e la sua pianificazione non è molto difficile basta organizzarsi per tempo e pensare di avere qualche giorno in più di viaggio per abituarsi all’altitudine e perchè i trasferimenti in auto a quelle altitudini su strade di alta montagna sterrate spesso invase da neve e acqua è lento e difficile.
L’altitudine non è un problema, può essere gestita con il giusto tempo di adattamento. Ci sono poi alcune persone che per le loro patologie non possono viaggiare a queste altitudini, ma per questa materia rinviamo a specifica lettura e soprattutto se interessati consultate il vostro medico.
A parte il visto indiano non servono altre autorizzazioni particolari per visitare il Ladakh. Per visitare le località di confine come la Valle di Nubra, Tso Moriri e Pangong Tso è richiesto un permesso l’Inner Line Permit (ILP), che si ottiene in 24 ore e di solito è competenza dell’agenzia viaggio.
Noi sul nostro sito proponiamo due itinerari per scoprire il Ladakh e lo Zanskar:
- Viaggio Ladakh: il piccolo Tibet tra buddhismo e natura
- Viaggio Ladakh e Zanskar nella regione più isolata dell’Himalaya Indiano
sono due itinerari che coprono tutta la regione, poi sulla base dei vostri interessi, tempo a disposizione, priorità possiamo personalizzare e creare un viaggio su misura per voi. Per info e altro scrivete a info@indianepalviaggi.it
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Ciao, Bellissimo articolo!
Al momento mi trovo in Nepal e stavo pensando di rientrare in India per andare verso Leh o la spiti valley dipendendo un po’ dai passi che troverò aperti una volta a Manali. Di che anno è questo post?
Grazie mille!
Flavio
Ciao Flavio l’articolo è del 2020 però nel corso degli anni è stato integrato e costantemente aggiornato